Entro il 2023, le esportazioni di prodotti italiani belli e ben fatti (BBF) potrebbe aumentare del 40%, fino a raggiungere quota 15 miliardi. È questo il dato più promettente del rapporto “Esportare la dolce vita” realizzato dal Centro studi di Confindustria e da Prometeia. Addirittura, secondo lo scenario più ottimistico, questa esportazione verso i nuovi mercati potrebbe superare i 18 miliardi (+75%).
Si tratta di un ottimismo ragionevole, fondato sull’ipotesi di aumentare, settore per settore, le quote di mercato dell’Italia nei mercati chiave. Lo scenario alla base delle stime di export a sei anni mostra che la categoria di consumatori definita come “nuovi ricchi”, nei trenta mercati analizzati, passerà dai 486 milioni del 2017 a oltre 660 milioni del 2023. In termini dinamici la variazione assoluta è di oltre 174 milioni di nuovi consumatori potenziali per il BBF italiano.
Un simile valore è il triplo rispetto a quanto atteso per i mercati avanzati. Rappresenta quindi un indizio utile per capire verso quale direzione le imprese dovranno guardare, con l'obiettivo di allargare il proprio bacino di domanda negli anni a venire.
Il gruppo di mercati top premium per il BBF sono ovviamente Cina e Russia ed Emirati Arabi Uniti. Paesi che possono contare su bacini consistenti di domanda e, contemporaneamente, disponibilità a pagare prezzi adeguati per i prodotti italiani di qualità. A questi si aggiungono tre mercati in decollo: Arabia Saudita, Messico e Malesia. Ma esiste anche un gruppo di Paesi in cui, a fronte della disponibilità a pagare prezzi elevati, la dimensione del mercato BBF è ancora relativamente modesta come la Thailandia e il Brasile.
Ciò segnala una “disponibilità a spendere” cui ancora non corrisponde una quantità domandata adeguata, e dunque margini potenziali di mercato interessanti.
A livello settoriale, l’analisi svolta in questo Rapporto mostra che, tra i top premium, la Cina è ancora un mercato con ampie prospettive di espansione per la Moda e l’Arredo; e che Russia ed Emirati Arabi Uniti sono invece in una fase suscettibile di forte miglioramento per quanto riguarda il BBF Alimentare.
Il rapporto, però, non dimentica i possibili rischi, primo tra tutti la spirale protezionistica dei rapporti commerciali tra gli USA e i principali partner. Sul fronte cinese, in particolare, gli ultimi accordi hanno procrastinato l’escalation ma non sono risolutivi delle controversie. Inoltre fattori di rischio per le prospettive di crescita di vari Paesi emergenti riguardano il possibile inasprirsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e Asia. Anche l'evoluzione del sistema di sanzioni alla Russia è un elemento di incertezza da considerare nella valutazione dei risultati dell’analisi.