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I vent’anni di Opto Engineering, tra tecnologia, innovazione e voglia di futuro

Realtà unica in Italia e tra le principali a livello mondiale specializzata nella tecnologia telecentrica, la mantovana Opto Engineering ha festeggiato i vent’anni di attività con un invito a Palazzo.

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Nicoletta Buora

Realtà unica in Italia e tra le principali a livello mondiale specializzata nella tecnologia telecentrica, la mantovana Opto Engineering ha festeggiato i vent’anni di attività con un invito a Palazzo.

“La nostra storia nasce a Mantova e ha origine nell’ottica di precisione, ambito tecnologico che ci ha permesso di essere riconosciuti a livello internazionale”, ha esordito Claudio Sedazzari, Ceo e Presidente di Opto Engineering. “Il coraggio, l’impegno e l’onestà intellettuale sono i valori che ci guidano giorno dopo giorno verso il nostro obiettivo: diventare il partner di riferimento per chiunque al mondo operi nella visione artificiale, industriale e scientifica, in chiave etica e sostenibile”.

L’evento si è tenuto nella Sala dei Capitani di Palazzo Ducale, un gioiello della nostra architettura rinascimentale, davanti a una nutrita platea di ospiti tra cui molte aziende clienti, e ha ospitato la tavola rotonda “Innovazione e futuro dell’industria tecnologica italiana”, per conoscere e approfondire la visione futura delle imprese innovative, le sfide etiche delle imprese e lo sviluppo sostenibile dell’industria avanzata.

Storia di un’eccellenza nella visione artificiale

Inizia nel 2002 la storia di Opto Engineering, quando vedono la luce i primi prodotti. “Un paio di clienti avevano chiesto un progetto di obiettivi telecentrici, un prodotto praticamente sconosciuto in Italia e così ha preso forma l’dea di fornire anziché un progetto, un prodotto fisico”, racconta Sedazzari. “Da quel momento hanno avuto origine il tanto lavoro, la fatica, ma anche i sogni che caratterizzano imprese e imprenditori”.

Oggi, Opto Engineering è un’impresa all’avanguardia nella realizzazione e sviluppo di componenti e tecnologie per le applicazioni industriali della visione artificiale. Con sedi in Europa, Asia e Usa, l’azienda è in grado di fornire ogni singolo componente necessario ai sistemi di machine vision: ottiche industriali, illuminatori a Led, telecamere e soluzioni software.

Conta 105 addetti, di cui più di 75 in Italia presso il quartier generale a Mantova e negli uffici di Milano. All’estero le persone di Opto Engineering sono dislocate presso le sedi commerciali di Houston, Shanghai e Monaco di Baviera.

I progetti futuri

Lo scorso anno, grazie al consolidamento economico con un fatturato di 21,2 milioni di euro e un Ebitda stabilmente in doppia cifra, l’azienda ha avviato progetti importanti per il futuro, tra i quali la realizzazione della nuova sede di Mantova pensata in ottica di polo tecnologico all’avanguardia per creare un impatto positivo sulla comunità locale. L’intenzione di Opto Engineering è di rendere parte delle aree esterne e alcuni spazi interni alla sede accessibili alla cittadinanza, creando una relazione simbiotica tra industria e città.

“Il nostro sogno è quello di ampliare l'insediamento in futuro, costruendo una sorta di cittadella dell'innovazione, un luogo dove possano arrivare, da ogni parte d'Europa, giovani imprenditori che intendono avviare la loro start-up nell'ambito delle tecnologie della visione artificiale”, ha commentato Sedazzari.

Opto Engineering ha anche avviato il programma che la porterà a diventare un produttore di telecamere industriali di propria progettazione.

I sistemi di visione artificiale trovano sempre più applicazione sulle linee di produzione di beni di largo consumo nei più svariati settori perché assicurano un livello elevato di controllo qualità, contenendo i costi. Il mercato della machine vision è promettente e crescerà al ritmo di quello dell’automazione industriale.

L’Italia innova, ma deve crederci di più

Da sinistra: Gianluigi Viscardi, Claudio Sedazzari, Rita Cucchiara e Francesco Morace

Nelle statistiche internazionali relative all’innovazione, l’Italia non risulta tra i Paesi più dinamici, ma l’elevato valore dell’export, in particolare del settore dei beni strumentali, quindi dei macchinari per la produzione per l’industria meccanica e del packaging, per non parlare del settore del food e della moda, indica che i prodotti dell’industria manufatturiera italiana sono ricercati e apprezzati in tutto il mondo. In Italia, dunque, si fa innovazione e per di più applicata. Solo bisogna crederci di più.

Di questo si è parlato nella tavola rotonda “Innovazione e futuro dell’industria tecnologica italiana”, che ha riunito relatori provenienti dal mondo delle imprese, dell’università, ma anche di altri ambiti, quali la sociologia e la filosofia, che spesso aiutano a comprendere i fenomeni in atto.  

“In Italia ci si muove nel piccolo e nel familiare, ma le imprese devono iniziare a pensare in grande perché le sfide sono da altre parti”, ha osservato il sociologo Francesco Morace.

A questo riguardo Marko Bertogna, professore ordinario dell’Università di Modena e Reggio Emilia che segue progetti di ricerca sul real-time nella guida autonoma e nell’automazione industriale, ha sottolineato che in Italia c’è un valido ecosistema dal punto di vista tecnologico, ma è carente l’ecosistema finanziario. Non ci sono realtà che si assumono i rischi di finanziare startup che si occupano di innovazione, a differenza di altri Paesi, come gli Stati Uniti con la Silicon Valley, ma anche Paesi del Nord Europa e del continente Asiatico. Un motivo per cui le eccellenze italiano non diventano grandi nel mondo.

Per questo il suggerimento e l’invito di Rita Cucchiara, ordinaria di Visione Artificiale e Sistemi Cognitivi dell’Università di Modena e Reggio Emilia ed esperta mondiale di AI, è di partecipare a bandi anche a livello europeo, soprattutto nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale, per poter sviluppare progetti importanti in un’ottica di multidisciplinarietà.

I vent’anni di Opto Engineering, tra tecnologia, innovazione e voglia di futuro - Ultima modifica: 2022-09-14T09:00:00+02:00 da Nicoletta Buora