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Giovani e lavoro: arriva il tool kit per i project work tra scuola e impresa

Sintesi delle migliori pratiche di alternanza scuola-lavoro, dal progetto We4Youth della Fondazione Sodalitas nasce un tool kit che mette a disposizione di scuole e imprese modelli, esperienze e consigli pratici su come applicare il metodo più efficace, il project work.

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Gaia Fiertler

Le iniziative di alternanza scuola-lavoro, oggi chiamate “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” (Ptco), dovrebbero aiutare a ridurre il mismatch tra domanda e offerta, grazie a iniziative pratiche in azienda che, integrate alla didattica scolastica, agiscono sull’orientamento e sulla preparazione all’ingresso nel mondo del lavoro. Ora, con il tool kit di Fondazione Sodalitas, scuole e aziende hanno uno strumento pratico per realizzare il loro progetto congiunto.

Sintesi delle migliori pratiche di alternanza scuola-lavoro nell’ambito del progetto We4Youth della Fondazione Sodalitas, con il sostegno di JPMorgan Chase Foundation, il tool kit è un documento multimediale che mette a disposizione di scuole e imprese modelli, esperienze e consigli pratici su come applicare il metodo risultato più efficace, il project work.

We4Youth nasce nel 2017 nell’ambito di The European Pact4Youth, la strategia promossa dalla Commissione Europea e da CSR Europe per sviluppare partnership tra imprese e sistema formativo a sostegno dell’occupabilità e dell’inclusione dei giovani. In Italia il tasso di disoccupazione giovanile supera il 34%, mentre in Germania è inferiore al 6,5% e, in genere, i Paesi europei con il minor livello di disoccupazione giovanile e il minor numero di Neet (Not in education, employment and training), sono quelli dove sono più diffusi i sistemi di formazione duale, in cui si impara lavorando.

A cosa serve il project work nei progetti di alternanza?

Il Project work è una metodologia didattica, una sperimentazione attiva dei contenuti appresi durante un percorso didattico formativo, il quale si basa sulla co-progettazione tra scuola e impresa e prevede lo sviluppo di un progetto con momenti esperienziali e laboratoriali in azienda. L’obiettivo è appunto di mettere in pratica lo studio e di apprendere facendo, confrontandosi con l’approccio aziendale alla progettualità e iniziare, fin dalla scuola, a sviluppare competenze trasversali, come il lavoro di team e la comunicazione.

Nel kit tool viene infatti presentato il livello di gradimento di studenti e insegnanti e le competenze trasversali che i giovani ritengono di avere sviluppato di più grazie a questi progetti: il lavoro di gruppo (84%), la creatività (78%), la comunicazione scritta e il parlare in pubblico (77%), la capacità di problem solving (69%).

Nel kit, quindi, sono disponibili questionari di valutazione per i tutor aziendali e i docenti e di autovalutazione per gli studenti sul livello di competenze in entrata e in uscita. È disponibile anche uno strumento di assessment per le aziende e le scuole, che restituisce un feedback immediato con i punti di forza e quelli di miglioramento della propria attività e un confronto con altri casi di riferimento.

Segue la presentazione sintetica dei progetti delle sei aziende che fanno parte della Fondazione Sodalitas, che sono Edison, Intesa Sanpaolo, Randstad, Sofidel, STMicroelectronics e UBS, le quali hanno collaborato con diverse scuole superiori, sia istituti tecnici sia licei, coinvolgendo oltre 350 studenti e studentesse nei progetti di alternanza.

I project work hanno riguardato temi come la creazione di startup innovative, investimenti sostenibili e progetti di sostenibilità, la realizzazione di una community alumni per scambiarsi esperienze e testimonianze su carriera e attività lavorativa, le professioni in azienda e il design thinking.

Alberto Pirelli

«L’occupabilità dei giovani è un tema centrale per il futuro del Paese e per tutti noi. Sono i numeri a dire che si tratta di una priorità non più rinviabile: 400mila posti di lavoro rischiano di rimanere scoperti nei prossimi quattro anni per mancanza delle competenze necessarie. Solo il 2% degli studenti si immatricola nei corsi di tecnologia delle informazioni, a fronte della crescente necessità di competenze digitali. Solo l’1% degli studenti si iscrive agli ITS, che pure hanno dimostrato di garantire un tasso di occupabilità mediamente dell’80%».

«Con We4Youth ci proponiamo di contribuire ad affrontare questa vera e propria emergenza, mettendo a disposizione un metodo concreto, efficace e comprensibile per collegare scuola e lavoro. Partnership, orientamento alla carriera e sviluppo delle competenze sono le parole chiave. Connettere il sogno e le aspirazioni degli studenti con la proposta didattica di scuola e università e con le necessità del mondo del lavoro, è la strada da percorrere per costruire percorsi di crescita personale, professionale e aziendale adeguati a questo tempo di grandi cambiamenti», commenta Alberto Pirelli, Presidente di Fondazione Sodalitas. Il tool kit di We4Youth è scaricabile qui.

Cresce la cultura dello scambio tra scuola e imprese

Nel kit vengono date indicazioni pratiche, sia agli insegnanti sia ai tutor aziendali, su come comunicare, ingaggiare, incoraggiare e orientare i giovani che, per la prima volta, vengono a contatto con il mondo del lavoro durante la scuola. Gli obiettivi principali sono orientare alle scelte professionali, iniziare ad allenare le soft skill così utili in azienda e familiarizzare con il linguaggio e le logiche aziendali, come il rispetto dei tempi e delle scadenze; il lavoro per obiettivi e la valutazione finale.

Gli insegnanti e i tutor aziendali coinvolti nel progetto We4Youth hanno seguito il percorso “Formiamo chi educa”, con l’obiettivo di condividere le modalità più efficaci di interazione con i ragazzi: 41 insegnanti e 35 tutor sono stati formati per acquisire competenze di coaching a supporto dell’orientamento dei giovani.

«Queste iniziative di collaborazione per ridurre la distanza tra scuola e impresa sono esperienze utilissime anche per noi docenti: si avvia un dialogo con tutti i soggetti coinvolti e ci allineiamo ai cambiamenti in atto, arricchiamo l’offerta formativa e facciamo rete, che è anche l’obiettivo 17 dell’Agenda 2030. Per noi è una grande occasione di aggiornamento e, per me, anche di divertimento e soddisfazione. È gratificante scoprire nei nostri studenti risorse e capacità che normalmente non emergono a scuola, ma che si manifestano più naturalmente in queste attività pratiche con le imprese», racconta Monica Masoch, docente di ruolo in discipline economico-aziendali all’Istituto Benini di Melegnano, che ha sviluppato progetti sia con Ubs sia con l’ITS Rizzoli di Milano.  

Anche gli ITS sono un potente strumento di collegamento tra formazione scolastica e impresa perché, come fondazioni pubblico-private, prevedono la co-progettazione dei percorsi tra accademia e imprese, la co-docenza di tecnici e manager e i tirocini in azienda. Questo è un sistema molto efficace di formazione duale che forma, dopo il diploma, dei super specialisti con competenze subito spendibili in azienda.

«Gli ITS sono anche un ottimo strumento di ritorno allo studio per i Neet: si integrano hard e soft skill e i contenuti hanno applicazione pratica, con docenti che sono dei facilitatori. Bisogna amare la tecnologia e volersi specializzare velocemente. Sta aumentando anche la percentuale di liceali che scelgono l’ITS, che da noi al Rizzoli rappresenta già un quarto degli iscritti, perché per le nuove tecnologie come il machine learning e l’Iot servono solide basi matematiche oltre che di Information Technology», spiega Roberto Sella, membro del Consiglio generale dell’Associazione Rete ITS Italy.

A scopo di orientamento alle materie Stem, stanno aumentando le collaborazioni degli ITS con le scuole superiori, dopo i primi 10 anni dedicati soprattutto a costruire ed erogare i percorsi formativi. In primavera partono due iniziative della rete lombarda degli ITS. Si tratta di un ciclo di incontri di info-formazione per gli insegnanti delle scuole superiori, in collaborazione con la Regione e Anpal che, per ogni area tecnologica, racconteranno i cambiamenti in atto, le competenze chiave e le nuove professioni e un secondo progetto, che sarà un catalogo delle buone pratiche degli ITS e dei percorsi disponibili da far conoscere a studenti e docenti.

Giovani e lavoro: arriva il tool kit per i project work tra scuola e impresa - Ultima modifica: 2022-11-02T12:56:45+01:00 da Gaia Fiertler