Rendere smart macchine già installate. Cosa accade se si viene chiamati a intervenire su un parco installato, che ancora funziona ottimamente, ma che non è esattamente in linea con i requisiti dell’intelligenza richiesta da Industria 4.0, oppure presenta livelli di connettività e “smartness” eterogenei?

Rendere smart macchine già installate: cinque consigli utili

Primo: orientarsi verso attuatori e sensori intelligenti

Il primo passo è quello di dotare le macchine di smart device, sensori e attuatori in primis, aggiornati e integranti moduli di comunicazione più recenti.
Un sensore o un attuatore intelligente e integrato con il resto dei sistemi di controllo di macchina, PLC in primis, estrapola e/o scambia direttamente da tali sistemi i dati necessari per creare un quadro completo dello stato di funzionamento in un determinato momento e di usura dei componenti.
Introdurre queste soluzioni di solito non interferisce con i flussi di produzione, anzi contribuisce a misurarli e tenerli meglio sotto controllo. Si crea così una prima base per la raccolta di dati utili che diventano oggetto di ulteriori analisi avanzate.

Secondo: aggiornare la connettività

Il secondo è quello della connettività, ovvero si deve procedere all’introduzione, se non ancora presente, di uno standard di comunicazione condiviso su base Ethernet, per integrare l’eventuale eterogeneità delle connessioni a partire dai dispositivi in campo.
Nel caso di linee e/o stabilimenti più estesi, si può valutare l’ipotesi di infrastrutture avanzate di comunicazione a banda larga, in grado di supportare la trasmissione di imponenti quantità di dati, ad alta velocità e con tempi di latenza bassi.

Terzo: pensare anche al Mes

Il terzo passo è quello di predisporre – già a livello di macchina – una possibile integrazione di componenti, sensori e moduli software verso il livello superiore del MES (Manufacturing Execution System) e prevedere la possibilità di spostare in Cloud il controllo dell’intero processo produttivo, arrivando ai massimi livelli di efficienza oggi possibili.

Quarto: occhio alle interfacce

Il quarto riguarda le interfacce di monitoraggio dello stato della macchina, che vanno adeguate alle nuove opportunità offerte dalla visibilità dettagliata sullo stato delle macchine abilitata dagli smart device.
Dati diagnostici in tempo reale, dati di funzionamento, performance, dati storici devono essere identificate e rese disponibili agli operatori tramite dashboard locali e remote, che prevedano la massima mobilità.

Quinto: non dimenticate gli aggiornamenti

Infine, è bene ricordarsi di eseguire i periodici upgrade dei nuovi dispositivi installati o di quelli già presenti in produzione, attraverso download automatici che, ormai, non durano più lunghi minuti, ma anche pochi millisecondi.

Da “vecchie” a smart: come cambia la progettazione delle macchine nell’era digitale - Ultima modifica: 2019-11-07T15:37:47+01:00 da Giusy De Donno