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A Bolzano tecnologie avanzate per l’alimentare e l’energia

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La redazione

La Libera Università di Bolzano ha inaugurato il 24 agosto quattro nuovi laboratori e ha rinnovato la strumentazione di altri due già esistenti. Gli ambiti tecnologici, che coincidono con le aree di ricerca sulle quali si concentrerà l'università altoatesina negli anni a venire, sono: Tecnologie alimentari, (suddivisi in Food E-Sense Lab e Food Pilot Lab), Produzione energetica (suddiviso in Bioenergy Lab e Biofuels Lab),  Ingegneria per le Innovazioni Agro-Forestali e Termofisica dell’edificio. Il comune denominatore tra tutte le ricerche svolte nei quattro laboratori sarà la sostenibilità ambientale.

“Consideriamo il passaggio odierno da 12 a 16 laboratori, in qualche modo, il primo mattone del Parco tecnologico”, ha affermato il direttore di unibz, Günther Mathá, “i lavori sono stati eseguiti senza intoppi, rispettando i tempi che ci eravamo dati. Si tratta di un ottimo esempio di sinergia tra pubblico e privato e pensiamo che questa sia la strada su cui bisogna muoversi anche in futuro”.

Quando il Parco tecnologico a Bolzano Sud sarà terminato, infatti, la strumentazione ospitata nei nuovi laboratori vi verrà trasferita e questi saranno utilizzati per fini didattici dalla Facoltà di Scienze e Tecnologie. Bergmeister ha anche sottolineato la crescita quantitativa e qualitativa della ricerca in unibz: “Stiamo lavorando per attirare promettenti giovani ricercatori in Alto Adige; questa selezione, assieme alla costruzione di laboratori dotati delle più moderne tecnologie, sono la conditio sine qua non affinché possiamo garantire all’economia del territorio il sostegno scientifico necessario per competere sul mercato europeo e internazionale”.
Il preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie, Stefano Cesco, ha rimarcato come “l’apprendimento più elevato sia quello che deriva dallo svolgere un’attività, dal 'fare'. Il lavoro che vi viene svolto ha un riflesso sia sulle aziende con cui collaboriamo che sugli studenti. I laboratori dell’università sono quindi sia un luogo di elaborazione della conoscenza che della sua trasmissione verso l’esterno”.
“Questi laboratori sono fondamentali per approfondire gli ambiti di ricerca prioritari per la Facoltà di Scienze e Tecnologie e daranno anche un forte impulso alla didattica”, ha affermato il rettore, Walter Lorenz. “Essi evidenziano inoltre il ruolo-chiave dell’università nella trasmissione della ricerca di base e di quella applicata. Sono convinto che i risultati attesi daranno un contributo essenziale allo sviluppo sostenibile dei settori economici più importanti per la nostra regione”.

Alimenti ed energia, ambiti d'interesse per l'automazione

Guardando agli ambiti di pertinenza dei quattro laboratori, due sono quelli più interessanti per chi si occupa di automazione di processo: quello alimentare e quello della produzione di energia.

Il Laboratorio di Tecnologie Alimentari sarà concentrato su controllo di qualità e sicurezza alimentare e verifica dell’autenticità dei prodotti tipici. Per le tecnologie alimentari è stato costruito un 'Pilot Lab' nel quale sono utilizzati micro-impianti pilota che monitorano gli effetti indotti dal processo sulle proprietà chimiche e fisiche dei prodotti e ingredienti alimentari.  Tra le numerose collaborazioni con le imprese locali, si ricordano quelle con la ditta Fructus di Vilpiano per migliorare i trattamenti della frutta di IV gamma, con il Maso Zu Plun per selezionare i migliori lieviti da usare nella produzione di acquavite alle albicocche e con l’Istituto di Ricerca Edmund Mach per monitorare la produzione di impasti gluten-free.
Per quanto riguarda invece la ricerca sul controllo di qualità e sicurezza alimentare, il nuovo laboratorio sta sviluppando metodologie, dette 'a fingerprint', che sono in grado di individuare i cambiamenti della qualità degli ingredienti e i loro effetti su aroma, sapore e valore nutrizionale dei prodotti finiti. Tra le tecniche innovative utilizzate nel laboratorio, figurano un 'eNose' e un 'eTongue', ovvero un naso e una lingua elettronici, per controllare i cambiamenti di gusto e aroma.

“Attualmente, stiamo collaborando con la Federazione Latterie di Bolzano per studiare gli effetti dell’altitudine sulla qualità del latte, con alcune Università internazionali per determinare il gusto piccante nei peperoncini, per determinare il gusto di amaro negli olii vegetali, e, ancora, per valutare il potere antiossidante di estratti quali lo zafferano, i semi d’uva, l’olio di colza e altri”, spiega Matteo Scampicchio, docente di Tecnologie Alimentari a capo dell'omonimo laboratorio, “per mezzo dei nostri nasi elettronici riusciamo a capire se l’aggiunta di un ingrediente, come un antiossidante o un estratto naturale, può ritardare la formazione di odori e sapori sgradevoli, come per esempio negli alimenti contenenti acidi grassi insaturi”.
Anche l’autenticità dei prodotti alimentari tipici dell’Alto Adige è una sfera interessante, soprattutto per le aziende alimentari locali, intenzionate a tutelare la loro offerta.

“Viene impiegata e sviluppata l’analisi isotopica, attraverso uno spettrometro di massa, che ci permette di affermare con sicurezza la provenienza regionale di un alimento”, chiarisce Scampicchio. L’impiego di questa tecnica consente di determinarne l’autenticità e la denominazione di origine di un prodotto alimentare ed assicurare, ad esempio, la reale provenienza di un latte o l’eventuale aggiunta fraudolenta di ingredienti che non dovrebbero trovarsi nell’alimento. Un tale approccio consente di autenticare i prodotti alimentari tracciandone la filiera alimentare, dalle materie prime ai prodotti finiti. “Ad esempio, abbiamo da poco ultimato un progetto Interreg assieme all’Istituto Sperimentale Laimburg e l’Università di Innsbruck riguardante l’autenticità dei prodotti alimentari del Tirolo. Risultati importanti si sono ottenuti con l’impiego degli isotopi stabili per determinare l’origine geografica di mele, latte e del formaggio Stelvio. Infine,
collaboriamo con l’Istituto Veterinario di Bolzano per determinare l’autenticità di mieli locali”, aggiunge il docente. In tutti e tre i casi elencati, le ricerche aiuteranno le imprese locali a immettere sul mercato prodotti di più alta qualità e in grado di rispondere più adeguatamente alle richieste dei consumatori.

Il laboratorio delle Produzioni energetiche, diretto da Marco Baratieri, docente di Fisica tecnica presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie, affronterà i processi di conversione energetica da biomasse per la cogenerazione distribuita - la produzione combinata di elettricità e calore - e il teleriscaldamento nel territorio altoatesino e  si occuperà della caratterizzazione chimico-fisica ed energetica sia delle biomasse utilizzate per la produzione di energia, sia dei sottoprodotti di scarto.
Il laboratorio potrà fornire un’analisi completa della filiera di produzione energetica a partire dalla valutazione del biocombustibile di partenza. “Ipotizzando di voler valorizzare scarti forestali o agroalimentari, potremo testarne dei campioni per misurarne il potere calorifico, la presenza degli elementi chimici principali, il contenuto di umidità e di ceneri, nonché il comportamento termico e la loro struttura fisica”, chiarisce Baratieri. Lo scopo è individuare biomasse locali, disponibili e soprattutto sostenibili sia dal punto di vista economico che ambientale. Per questa ragione, i ricercatori effettueranno prove sperimentali di pirolisi, gassificazione o combustione su reattori-pilota; grazie a queste, valuteranno in seguito il processo di conversione energetica più adatto. “Potremmo però fare questa valutazione anche su impianti in scala reale e prototipi di impianto esterni, sia relativamente alla loro resa energetica che al 'peso' ambientale del processo stesso”, conclude Baratieri.

A Bolzano tecnologie avanzate per l’alimentare e l’energia - Ultima modifica: 2015-08-28T11:32:27+02:00 da La Redazione