Negli ultimi anni i costi del cybercrime sono aumentati esponenzialmente: rispetto al 2016 sono cresciuti de 23%. Ad oggi, i cyber-attacchi stanno costando alle imprese del mondo una media di 11,7 milioni di dollari l’anno per azienda; il primato per i danni più onerosi spetta agli Usa (21,22 milioni di dollari), mentre in Italia il costo del cybercrime è di 6.73 milioni di dollari.
Questi i principali risultati dello studio Accenture “Cost of Cyber Crime Study", pubblicato in occasione dell’apertura di CyberTech Europe 2017, tenutosi a Roma lo scorso 26 e 27 settembre, dove massimi esperti mondiali di security si sono confrontati sulle tecnologie più all’avanguardia e sulle ultime innovazioni del settore.
In media ogni impresa subisce 130 violazioni all’anno e le società dei settori dei servizi finanziari e dell’energia sono le più colpite. Cresce anche il tempo necessario per risolvere le criticità: per rimediare agli attacchi con insider malevoli sono necessari in media 50 giorni, mentre i ransomware richiedono in media più di 23 giorni.
I ricercatori hanno preso in considerazione le quattro principali conseguenze di un attacco informatico: interruzione delle attività, perdita di informazioni, perdita di ricavi e danni alle infrastrutture. Oggi, l’effetto più dannoso si riscontra nella perdita di informazioni, menzionata dal 43% delle organizzazioni intervistate. Di contro, i costi legati all’interruzione dell’attività – quali ad esempio quelli relativi a malfunzionamenti dei processi aziendali - è sceso dal 39% nel 2015 al 33% registrato nello studio di quest’anno.