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Ucimu: nel 2022 raggiunti nuovi record

Non si arresta la crescita dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione: dopo un 2021 decisamente positivo, il 2022 chiude con incrementi a doppia cifra. Il 2023 si annuncia anch'esso favorevole.

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Massimiliano Luce

L’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione chiude il 2022 con incrementi a doppia per quasi tutti i principali indicatori economici. Il bilancio più che positivo è reso noto da Barbara Colombo, presidente Ucimu-Sistemi per produrre, nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno.

Nel 2022 la produzione si è attestata a 7.255 milioni di euro, segnando un incremento del 14,6% rispetto all’anno precedente.

Import ed export in crescita

Due fattori hanno determinato l'importante risultato. Da un lato l’ottimo andamento delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno cresciute del 27%, a 3.980 milioni di euro. Dall'altro il positivo riscontro delle esportazioni che si sono attestate a 3.275 milioni di euro, il 2,5% in più rispetto all’anno precedente.

La domanda italiana di macchine utensili, robot e automazione è risultata - anche nel 2022, così come era accaduto l’anno precedente - decisamente vivace. Con un incremento del 31,3%, il consumo domestico è cresciuto a 6.575 milioni di euro. In questo modo trainando non solo le consegne dei costruttori italiani ma anche l’import (2.595 milioni di euro, +38,5%).

Il dato di import/consumo cresce di un circa 2 punti percentuali a 39,5%, restando comunque sotto la “soglia di attenzione” del 40%.

Sul fronte estero l'elaborazione Ucimu sui dati Istat rileva i seguenti Paesi come i principali mercati di sbocco dell'offerta italiana. Nel periodo agosto-gennaio 2022 spiccano gli Stati Uniti (281 milioni di euro, +24,7%). Seguono Germania (199 milioni, -15,6%); Cina (122 milioni, -3,5%), Polonia (111 milioni +4,7%), Francia (105 milioni, +9,1%). Il dato di export/produzione si riduce di circa 5 punti percentuali attestandosi a 45,1%.

Il trend positivo proseguirà anche per il 2023

In particolare, secondo le previsioni elaborate dal Centro Studi Ucimu, nel 2023, la produzione crescerà a 7.565 milioni (+4,3% rispetto al 2022). Ciò in virtù dell’incremento registrato dalle esportazioni, che si attesteranno a 3.375 milioni di euro (+3,1%). Ma anche dalle consegne dei costruttori sul mercato interno, che sono attese in crescita del +5,3% a 4.190 milioni di euro.

Anche il consumo continuerà a crescere attestandosi a 6.820 milioni di euro, pari al 3,7% in più rispetto al 2022. Sebbene in misura minore rispetto alle consegne dei costruttori, anche le importazioni beneficeranno della vivacità della domanda interna segnando un incremento dell’1,3% che ne porterà il valore a 2.630 milioni di euro. Il dato di export/produzione scenderà ancora fermandosi al 44,6%.

La conferma che nel 2023 proseguirà la crescita registrata nel 2022, così come evidenziato dalle previsioni, arriva anche dall’analisi del carnet ordini dei costruttori italiani. Nei primi nove mesi dell’anno (ultimo dato disponibile) risulta pari a 8,1 mesi di produzione assicurata, il valore più alto registrato negli ultimi 30 anni.

L'analisi di Barbara Colombo, presidente Ucimu

"Nonostante i problemi di contesto, quali difficoltà di reperimento di materie prime, componenti elettriche e elettroniche e caro energia, il 2022 ha segnato nuovi record per i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione che hanno raggiunto risultati mai toccati prima per quasi tutti gli indicatori economici”, ha commentato Barbara Colombo, presidente Ucimu-Sistemi per produrre.

“In particolare - ha continuato Barbara Colombo - emerge chiaramente la vivacità della domanda interna sostenuta dagli incentivi 4.0. Nel 2022, presentano ancora aliquote decisamente elevate (credito di imposta pari al 40% del valore dell’investimento) per poi, se non si interverrà con correttivi, ridursi al 20% già a partire dal 2023”.

Le richieste di Ucimu per l'anno nuovo

“La grande mole di investimenti in sistemi di produzione di ultima generazione che è stata attivata in questi anni, e in particolare in questo biennio post-2020, dimostra la validità dei provvedimenti messi in atto dalle nostre autorità di governo. Per questo chiediamo che le misure di incentivo alla sostituzione di macchinari obsoleti e alla digitalizzazione degli impianti produttivi divengano strutturali perché l’innovazione, digitale e non, è un processo continuo”.

“Con riferimento all’immediato, ribadiamo poi, per il 2023, la necessità che siano confermate le aliquote attualmente esistenti per il credito di imposta per investimenti in nuove tecnologie di produzione e che siano incrementate le risorse previste per la Legge Sabatini.

“Non essendoci spazi di manovra per l’inserimento di risorse ad hoc in Legge di Bilancio, accogliamo con favore l’idea avanzata dalle nostre autorità di governo di proporre in Europa, la richiesta di utilizzare parte delle risorse non spese (pari a 3,8 miliardi di euro) stanziate per Transizione 4.0 nel PNRR, per finanziare la misura del credito di imposta con le aliquote attualmente in vigore”.

I mercati internazionali tra sfide e opportunità

“In materia di internazionalizzazione i nostri dati ci dicono che le imprese italiane riescono a operare in modo soddisfacente su alcuni mercati. Primo fra tutti quello degli Stati Uniti. Così come in alcuni paesi europei, quali Francia e Polonia. Meno positivi sono i riscontri raccolti in Germania e in Cina, mercati comunque importantissimi. Al di là delle problematiche legate ai singoli paesi, occorre comunque potenziare l’attività delle nostre imprese oltreconfine perché è all’estero che troviamo le opportunità di business più interessanti e perché il mercato italiano non può reggere ancora a lungo i tassi di crescita a cui ci ha abituato negli ultimi anni”.

“Alla luce di ciò chiediamo siano potenziati i fondi a supporto delle attività per l’internazionalizzazione delle nostre aziende. In particolare, penso alle risorse per garantire l’incoming di operatori esteri alle fiere internazionali di settore che si svolgono in Italia, e che riguardano le iniziative organizzate con ICE-Agenzia e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Così come penso agli incentivi previsti da SIMEST per la partecipazione delle aziende italiane alle manifestazioni di caratura internazionale, che si svolgono in Italia e all’estero".

"In generale - ha concluso Barbara Colombo - sempre nell’ambito della riapertura del Fondo 394, che auspichiamo avvenga già a inizio anno, chiediamo siano previste risorse, non solo per le pmi ma anche per le Mid Cap che agiscono da traino della filiera, per finanziamento, a fondo perduto e a tasso agevolato, delle attività di internazionalizzazione quali, per esempio, l’apertura di sedi e filiali e la creazione di reti di imprese all’estero così come i progetti di sviluppo in materia di transizione ecologica e digitale”.

Ucimu: nel 2022 raggiunti nuovi record - Ultima modifica: 2022-12-14T11:43:13+01:00 da Massimiliano Luce