Fondata nel 2001, la milanese Relatech - quartier generale a Sesto San Giovanni - ama definirsi come una Digital enabler solution know-how company. Questo perché grazie al suo expertise tecnologico e strategico e al suo portfolio di soluzioni si propone ai clienti finali come un partner in grado di accompagnarli lungo tutte le tappe della trasformazione digitale.
La società conta oggi un totale di 704 dipendenti e fa soprattutto tesoro di un ecosistema di partner operanti tanto sul territorio della Penisola quanto al di là dei confini. La sua attenzione nei confronti dell’innovazione o meglio ancora della open innovation si esprime anche attraverso gli accordi di collaborazione siglati con università e centri di ricerca allo scopo di mettere a punto iniziative destinate all’industrializzazione.
Formazione e internazionalizzazione

Le prospettive di espansione all’estero sono state il punto di partenza della chiacchierata fra Automazione News e il presidente e Ceo di Relatech Pasquale Lambardi, alla luce della firma recente di un accordo col quale la società estende gli orizzonti a Germania e Austria in primo luogo.
“Abbiamo definito”, ha esordito Lambardi, “un piano industriale di respiro pluriennale che ci porterà da realtà con un impronta nazionale a ad autentico digital player di caratura paneuropea. L’intelligenza artificiale generativa occupa in questo quadro un ruolo di assoluta centralità. Essa va di pari passo con la creazione di soluzioni digitali a 360 gradi dedicate alla creazione di modelli di business sicuri e del tutto sostenibili, corredate da servizi di cybersecurity”.
Perché il piano possa acquisire sempre maggiore concretezza è preziosa l’acquisizione della specialista tedesca della building automation, dell’efficienza energetica e dell’automazione industriale Connexsoft.
“Vogliamo veicolare applicazioni innovative”, ha proseguito Lambardi, “che si integrino facilmente nei processi delle imprese. Ne danno esempio i digital twin basati sulla tecnologia della realtà immersiva e capaci di interfacciarsi con gli operatori come veri e propri loro collaboratori, prestandosi a un’ampia varietà di funzioni e di mansioni. Ovvero, possono fornire un valido aiuto in fase di manutenzione preventiva e remota, consentendo alle aziende di anticipare i guasti. Allo stesso tempo, facilitano la formazione del personale meno specializzato”.
Training e trasferimento di conoscenze
Proprio il training costituisce un aspetto cruciale dell’attività di Relatech, che vanta non a caso al suo interno una divisione ad hoc di education. “L’obiettivo”, ha osservato Lambardi, “è quello di coprire e colmare i gap culturali che a tutt’oggi rappresentano uno dei principali ostacoli all’inserimento della digitalizzazione nei processi; dunque, alla trasformazione ed evoluzione delle imprese nel segno della digitalizzazione. Se il cambiamento è il traguardo finale, riteniamo tuttavia che esso debba prendere forma in maniera graduale, senza che si debba intervenire pesantemente sulle architetture preesistenti. I grandi mutamenti possono avvenire anche senza necessità di investimenti ingenti”.
Della transizione Relatech vuole essere senza dubbio la guida. Al contempo la sta però sperimentando internamente e in virtù della sua appartenenza alla galassia dei partner di Microsoft. “È stata creata una divisione focalizzata sull’introduzione di Copilot”, ha ricordato Lambardi, “perché possiamo per primi trarre beneficio dal suo utilizzo e trasferirne poi i vantaggi all’esterno. Tra i principali utilizzatori, vediamo i programmatori software, project manager, ma non solo”.
Le quattro business unit di Relatech
In seno alla società lombarda agiscono adesso quattro business unit con focus rispettivi su l’advisory, la Digital Transformation, la cybersecurity e l’automazione. Ma il lavoro è in progress e il progredire della politica di crescita per linee esterne con la conseguente incorporazione di altre realtà complementari in Italia e in Europa può introdurre ulteriori elementi di novità.
“L’intenzione”, ha detto Lambardi, “è consolidare la nostra presenza in tutta l’Unione Europea valorizzando la nostra capacità di servire una molteplicità di settori. Presidiamo già il Lussemburgo e la Germania è certamente una sfida e un’opportunità, poiché il suo mercato è grande almeno il triplo di quello italiano. Spagna e Francia sono altri possibili approdi, per via delle caratteristiche che li accomunano al nostro Paese. Procediamo però per gradi, la nostra è una visione di lungo periodo”.
Il bacino di utenza dell’azienda è equamente suddiviso fra un 50% di Pmi e un’altra metà di grandi corporate negli ambiti delle telecomunicazioni, della finanza e della farmaceutica. Nel mirino ci sono il comparto industriale nelle sue molteplici sfaccettature. La Sanità e l’energetico.
Altrettanto strategici sono la moda e l’alimentare. E il packaging. “La nostra natura è tale”, ha puntualizzato Lambardi, “da consentirci di dialogare facilmente tanto con gli end-user quanto con i cosiddetti OEM, i costruttori di macchine, linee e impianti produttivi. È mista anche la nostra politica commerciale che è in parte fatta di vendite dirette e per il resto prevede l’appoggio di un network capillare - un ecosistema - di integratori più piccoli ma esperti”.
Cybersecurity e AI, i due lati di una stessa medaglia
Sono diverse, infine, le esigenze che Relatech si trova via via a dover indirizzare e soddisfare soprattutto quando si affrontano le tematiche più strettamente legate all’AI generativa e alla cybersicurezza. Quindi, all’implementazione di soluzioni specifiche.
Secondo Lambardi, “sicurezza informatica e AI sono per molte ragioni da considerarsi come i due lati di una identica medaglia. Maggiori sono il grado di digitalizzazione raggiunto da un cliente e la sua predisposizione a mettere il dato al centro, e superiori sono la sua efficienza ed efficacia in termini di assistenza e vendite, per esempio".
Cresce però contestualmente - e inevitabilmente - il livello di esposizione ai rischi cyber, che ormai interessano sia le reti e le informazioni, sia le macchine. Per questo Relatech ha un proprio SOC, Security Operation Center, e una suite di servizi di sicurezza per il monitoraggio e la prevenzione H24 al fine di garantire la continuità del business evitando il furto o il blocco dei dati e curando simultaneamente la safety nel mondo dell’OT.
"Anche in questa circostanza abbiamo voluto semplificare le attività di controllo da parte degli utenti garantendo un totale controllo degli ambienti operativi, sovente di tipo legacy”.
Mentre si moltiplicano i pericoli, la buona notizia è che la curiosità e la consapevolezza nei riguardi della cybersecurity sta aumentando, in parallelo con quella con cui gli imprenditori guardano all’intelligenza artificiale. “La svolta”, ha concluso Lambardi, “coincide con il passaggio dalla visione dell’AI generativa come voce di costo a quella di un investimento in competitività per il futuro, come una possibilità per guadagnare market share sotto la spinta delle tecnologie digitali. Stiamo attraversando una fase storica di controversie e tensioni ma il mio parere è che proprio per questo l’Europa e l’Italia godano della chance di dare impulso all’offerta di tecnologie locali. Crediamo nelle prospettive del manifatturiero e nell’industria, nei modelli di sostenibilità ed efficienza energetica in conformità con i parametri fissati dall’UE: vogliamo aiutare i clienti a fare lo stesso”.
