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L’industria italiana verso la completa automazione: il nuovo studio di reichelt elektronik

Le aziende industriali italiane puntano su cloud, IoT, big data e robotica per competere sui mercati globali, guardando al potenziale di tecnologie come IA e machine learning per completare l’automazione dei processi.

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Massimiliano Luce

Entro cinque anni nel nostro Paese la produzione industriale sarà completamente automatizzata. Lo pensa la maggioranza (58%) delle imprese italiane coinvolte nel nuovo studio indipendente di reichelt elektronik. E il 69% considera l'automazione essenziale per rimanere competitiva.

reichelt elektronik ha voluto fare il punto sull’attuale diffusione delle tecnologie di automazione, così come sui piani di investimento delle imprese. L’indagine ha acceso i riflettori su industrie di ogni dimensione e dei più diversi settori.  

Produzione e automazione: lo scenario italiano attuale

L’Italia è la seconda manifattura europea e tra le primissime al mondo. Merito di una storia industriale consolidata, tanto da rappresentare oggi una delle economie più automatizzate a livello internazionale. Basti pensare alla densità di impiego dei robot nelle attività di produzione.

A proposito di tecnologie, lo studio di reichelt elektronik entra nel dettaglio con i numeri. Innanzitutto, mostra che nel nostro Paese, attualmente, in media è automatizzato il 40,95% dei processi di produzione.

Approfondendo, emerge che il 33% degli intervistati utilizza il cloud computing il 35% l'IoT industriale e le macchine interconnesse; il 33% l'analisi dei big data.

Purtroppo, a proposito di big data, lo studio individua una nota dolente. Parla infatti di “potenziale sprecato” per le carenze in termini di analisi dati, probabilmente a causa di mancanza di risorse, competenze o formazione.

La buona notizia è che le aziende sono consapevoli di questi limiti. Il 43% si sta infatti preparando prevedendo di implementare l’analisi dei big data entro un paio di anni al massimo.

Le tecnologie più diffuse e quelle più promettenti

Non solo cloud, IoT e big data. Altrettanto utilizzati nell’industria italiana sono i sistemi automatizzati di magazzino e logistica (34%) e i sistemi di produzione automatizzati (42%).

Ancora poco diffuse, viceversa, risultano intelligenza artificiale e machine learning. Al momento li utilizza un’azienda industriale su cinque (19%). Tuttavia, proprio queste sono considerate le tecnologie più promettenti, rientrando nei piani di investimenti del 47% degli intervistati.

Inoltre, la metà del campione (53%) considera IA e automazione decisivi per sopperire la carenza di lavoratori qualificati.

A proposito di investimenti, per prepararsi al futuro, le aziende guardano con interesse all’automazione dei processi tramite software o bot (41%); alla manutenzione predittiva (39%); ai cobot (40%) e ai robot (38%).

I protagonisti dell’automazione: i robot

I robot meritano un capitolo tutto per loro. L’Italia infatti risulta tra le prime sei “nazioni robotiche”, stando all’ultimo World Robotics Report (2023). I numeri attestato 219 robot industriali ogni 10.000 dipendenti nel settore manifatturiero.

La diffusione è confermata dallo studio di reichelt. Infatti, quasi due terzi del campione utilizza i robot (63%), per le attività più diverse.

Di fatto i robot svolgono le attività considerate fisicamente più difficili e impegnative (50% delle imprese); i compiti più ripetitivi (61%); i lavori più pericolosi (32%).

In particolare, i robot eseguono compiti di assemblaggio e posizionamento (30%), svolgono lavori di saldatura (38%), aiutano con la palletizzazione, l'accatastamento e lo spacchettamento (29%) e svolgono attività come fresatura, segatura, laser e altro (43%).

Le dimensioni aziendali fanno la differenza

Il livello di automazione della produzione cambia da impresa a impresa, innanzitutto in base alle dimensioni aziendali. Per esempio, il 43% delle aziende con meno di 10 dipendenti utilizza pochi o nessun processo di automazione nella produzione.

Le aziende dai 50 ai 250 dipendenti (pmi) hanno dichiarato di automatizzare almeno parzialmente i loro processi. Invece le aziende con oltre mille dipendenti automatizzano persino poco più della metà dei loro processi in media (54,60%).

Al di là delle dimensioni aziendali, vi è un’opinione comune sui vantaggi dell’automazione. In generale, i responsabili delle decisioni tecnologiche parlano di maggiore produttività (51%); risparmio di tempo (52%) e di costi (40%).

L’automazione garantisce anche più qualità (38%), assicurando un’esecuzione più precisa e affidabile. Ciò risulta particolarmente vero nei settori della produzione e manifatturiero e della lavorazione chimica/plastica.

Producendo di più e meglio, l’automazione diventa la chiave per aprire nuovi mercati in Europa; aumentare il fatturato; reagire in modo flessibile all’evoluzione del mercato.

Investire in automazione: sfide e opportunità

Insomma, l’automazione è decisiva per la competitività futura. Tuttavia non mancano alcuni ostacoli nella sua implementazione.

In primo luogo, talvolta risulta difficile prendere le giuste decisioni di investimento (27%). Altre volte si sconta la mancanza di lavoratori qualificati (23%). Ancora più spesso pesa la mancanza di budget o di costi eccessivi (32%).

Tuttavia, il 58% degli intervistati ritiene che il prossimo investimento pianificato in automazione si ripagherà in appena un anno. Questo fa sicuramente ben sperare per il futuro del mercato.

L’industria italiana verso la completa automazione: il nuovo studio di reichelt elektronik - Ultima modifica: 2024-06-07T13:27:54+02:00 da Massimiliano Luce