Le criticità di un mercato con pochi attori di grandi dimensioni e sempre più competitivo, aperto alle nuove rotte commerciali della recente globalizzazione, ma anche legato ai sussidi delle politiche nazionali sulle energie rinnovabili.
Questo il ritratto che ne esce dai più recenti studi di tre prestigiosi analisti internazionali che lavorano per istituti di ricerca di fama mondiale. Dexter Gauntlett per Pike Research (Colorado), parte integrante della Navigant Consulting per cui si occupa di ricerca di mercato nel campo delle tecnologie pulite. Cormac Gilligan per IMS Research (Colorado), società di consulenza per l’industria elettronica, di recente acquisita da IHS Inc., azienda di servizi quotata in borsa, attiva dal 1959. E infine Sriram Balasubramanian della Frost & Sullivan, società americana di consulenza strategica, analisi e ricerca di mercato, nata nel 1961, con sede in California e uffici attivi in oltre 40 paesi, tra cui l’Italia. Con loro abbiamo parlato di situazione attuale e rotte future, tra politiche di tutela del comparto, espansione geografica dei traffici e serrata concorrenza tra competitor.
Una delle principali tendenze messe in luce è sicuramente quella alla concentrazione. Sulla piazza degli inverter gareggiano imprese dalle “spalle larghe” con sempre maggiori quote di mercato. Alle prime tre posizioni – concordi le analisi – SMA Solar Technology AG; Power-One Inc. e KACO new energy Inc. A seguire nomi come ABB Ltd; Fronius; REFUsol; Schneider Electric; Advanced Energy; Siemens; Sungrow Power Supply Co Ltd.; Satcon ed Elettronica Santerno (vd. box). «Negli inverter solari, la tendenza è quella al consolidamento delle posizioni e i primi quattro attori concentrano una fetta consistente di mercato – commentano dalla Frost – Per quanto riguarda invece il segmento degli inverter eolici, tra le prime posizioni di mercato troviamo Vestas Wind Systems A/S; GE Energy; Suzlon Energy Limited; Enercon GmbH; Gamesa Corporation Technologica S.A; Sinovel Wind Group Co. Ltd; ABB Ltd e Siemens AG». Come Pike Research mette in luce, «Da lungo tempo il marchio tedesco SMA è leader di mercato, ma la sua supremazia è ora in declino. Danfoss, Siemens, Elettronica Santerno ed Enphase sono tutte aziende che al momento stanno guadagnando quote sul mercato». Per IMS Research il panorama è infatti destinato a variare nell’arco di pochi anni e già per il 2014 sono previste molte più aziende cinesi e giapponesi nella top ten dei produttori in vetta.
Le rotte di mercato
In termini geografici, si attendono dunque importanti cambiamenti. «A causa di una concorrenza molto forte sia in Europa che negli Stati Uniti – sottolineano dalla PikeResearch – le compagnie che producono inverter stanno sempre più puntando verso i nuovi mercati in via di sviluppo come India, Turchia e Sud Africa. La riduzione di costi e prezzi sono essenziali alle aziende per rimanere competitive, come nelle cellule del fotovoltaico solare e nel mercato dei moduli. Continueremo a vedere la crescita dei produttori di inverter cinesi, come Sungrow, tanto sul mercato cinese quanto su quello nord-americano ed europeo». «Attualmente i mercati di riferimento per gli inverter fotovoltaici sono la Germania e l’Italia – puntualizza ancora Gilligan per IMS – Nonostante ciò, a causa delle modifiche agli incentivi, il mercato degli inverter fotovoltaici si sta spostando verso le più grandi piazze di Nord America, Cina, India e Giappone. Questo sta a significare che i produttori di inverter fotovoltaici dovranno vendere sempre di più al di fuori dei loro mercati nazionali tradizionali per costruirsi un buon business. Tuttavia, a causa di vari fattori – quali la legislazione, la certificazione di prodotto e i requisiti intrinsechi alle produzioni locali – questi mercati cominceranno a far crescere i propri produttori di inverter fotovoltaici. E in alcuni mercati come la Cina e il Giappone, con produttori locali di inverter fotovoltaici già operanti sul mercato, questo potrebbe significare che eventuali nuovi attori si troveranno ad affrontare una forte concorrenza e dovranno lottare per vincere la fedeltà dei clienti, nel mercato del fotovoltaico dominata dai fornitori locali».
Le politiche europee sulle rinnovabili
Grandi attenzione è allora ovviamente puntata sugli incentivi alle energie rinnovabili, come spiegano dalla Frost, enumerando le prossime sfide del mercato: «Un test chiave dovrebbe tenere in conto il cambiamento delle politiche sulle energie rinnovabili, messo in atto da vari paesi dell’Unione Europea e dovuto alle misure di austerità adottate in tutta la zona, a causa dell’impatto negativo della crisi debitoria europea nei Paesi dell’Unione così come nel resto del mondo. E proprio l’impatto della crisi sulle economie globali è un’altra tra le sfide più importanti. Inoltre, l’aumento dei costi per ricerca e sviluppo in tutto il mondo ha portato a costi di produzione più elevati e questa ci si aspetta sia un’altra bella questione». Nel merito delle decisione europee, prosegue poi Balasubramanian, «Queste politiche rischiano di aumentare le tasse per i produttori e finiscono per agire da deterrente per i nuovi imprenditori che cercano di investire nel mercato. Tuttavia, il cambiamento più grande che si attende è la riduzione delle sovvenzioni per Paesi europei come la Germania. Questo ha portato a una risposta negativa del mercato, poiché la maggior parte degli attori ha basato il proprio modello di business finanziario sugli incentivi governativi. Alcuni operatori si aspettano così di perdere circa il 30% del loro fatturato a causa di questi cambiamenti di rotta politica. Inoltre, le riforme economiche guidate all’austerità nei Paesi del Sud Europa hanno aggravato le condizioni dei produttori del posto».
Il giro d’affari
Frost&Sullivan stima che il mercato degli inverter solari ed eolici abbia raggiunto un fatturato 2011, rispettivamente, di 6 miliardi di dollari il primo e 2,84 miliardi il secondo. Ed entro il 2018 prevede che l’Asia Orientale possa superare l’Europa in termini di ricavi come destinazione leader dell’energia solare entro il 2018 (anche grazie al più grande parco solare asiatico inaugurato a Gujarat in India nel 2011). Quanto agli Stati Uniti, che progettano di essere energeticamente indipendente dalle non-rinnovabili entro il 2020, nel periodo s’ipotizzano per gli inverter solari ed eolici grandi opportunità di mercato. Così come si ritiene possa esserci un aumento delle vendite a breve termine per inverter industriali ad alta tensione e domestici trifase a basso voltaggio. Dalla IMS Reasearch puntano però il dito anche sulla flessione dei prezzi: «Sulla base delle nostre più recenti ricerche sul mercato mondiale degli inverter fotovoltaici, possiamo prevedere che i ricavi per gli inverter, sia per quelli connessi in rete che per quelli off-grid, si aggiri intorno ai 7,2 miliardi di dollari per il 2013, con un aumento dei ricavi dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i prezzi medi degli inverter diminuiranno del 9%, scendendo a 0,20 dollari per watt nel 2013». Il report annuale di IMS Research, edito a luglio e intitolato «Il mercato mondiale dei produttori di inverter fotovoltaici – edizione 2012», comprende 19 nazioni, inclusa l’Italia, e si basa sui dati reali di vendita ed export di più di 80 fornitori. Secondo quanto riportato nello studio, il 2013 sarà un anno di sfide molto intense, nonostante un mercato sostanzialmente in crescita. Un’altra annata difficile, accompagnata dalle sofferenze dei produttori al top del mercato per prezzi in calo e nuovi mercati emergenti difficili da penetrare. Stando all’ultimo aggiornamento trimestrale infatti, nonostante sia all’orizzonte una crescita a due cifre degli impianti fotovoltaici 35 GW, i ricavi rimarranno tutto sommato stabili e un importante cambiamento geografico della domanda, unitamente al calo dei prezzi, confermeranno le criticità. Confermate in diminuzione, le performance di Italia e Germania con i tagli agli incentivi; in crescita Stati Uniti e Asia. Per un mercato geograficamente sempre più frammentato e non più centrato in Europa: al 54% delle spedizioni globali nel 2012, al 40% entro il 2014.
I nuovi scenari
La questione – incalzano dalla Pike Research – non è più “se” le energie rinnovabili possano essere distribuite su larga scala, ma piuttosto oramai di “come” possano essere integrate senza scatenare il caos su di una rete elettrica, nella maggior parte dei casi costruita 50 anni fa o più. I livelli di penetrazione delle rinnovabili passeranno dal 10% a più del 25%, come richiesto dalle direttive dei paesi un po’ in tutto il mondo. E questi obiettivi richiedono inverter in grado di massimizzare la produzione di energia. “Soldati a piedi nella marcia per consentire una rete intelligente”, li definiscono. Così l’industria degli inverter sta indubbiamente entrando in un periodo di innovazione tecnologica, ma anche di contesa, con sempre più norme e requisiti tecnici per il collegamento alla rete della corrente elettrica alternata. La maggior parte delle aziende è pronta alla sfida. Da quelle più imponenti che hanno un vantaggio di dimensione e portata di mercato, a quelle più dirompenti dal punto di vista tecnologico, start-up che qualora ben finanziate potrebbero rapidamente cambiare il volto del mercato. In un mercato altamente competitivo, in carestia di sussidi, la gara è comunque aperta su nuovi mercati come Sud Africa e Turchia, mentre gli USA restano uno dei più feroci campi di battaglia per i produttori. Un vero e proprio “bagno di sangue”, a detta degli stessi analisti, in virtù della forte concorrenza di una piccola ma crescente presenza di produttori cinesi. E il periodo di riduzione dei prezzi è destinato a durare nei prossimi 5 anni. Una crescita significativa nel panorama degli inverter è così prevista nei quattro settore chiave: solare fotovoltaico, celle a combustibile per applicazioni stazionarie, eolico di piccole dimensioni e vehicle-to-grid (V2G) per i veicoli elettrici (EV). Da qui al 2017- proseguono dalla Pike Research – si considera che saranno installati quasi 290 GW. Nel frattempo, l’Europa continuerà a essere il principale mercato, con il 42,7% di inverter rinnovabili, soprattutto fotovoltaici. Mentre 72 GW di inverter rinnovabili saranno installati in Asia orientale, 66 GW in Nord America e 28 GW nel resto del mondo.
Focus sul mercato italiano
Mercato in flessione, a livello mondiale per la congiuntura economica e a livello locale per il rallentamento alle politiche d’incentivo sulle rinnovabili, in Italia la parola chiave nel settore parrebbe essere Conto Energia. «Sulla base dei nostri più recenti studi – evidenzia l’analista di IMS Research – l’export di inverter nel 2012 in Italia si prevede possa raggiungere i 4 GW. Si tratta di una diminuzione del 39% su base annua del volume di spedizioni e ciò è in gran parte dovuto ai cambiamenti in merito agli incentivi nel quinto Conto Energia. Un sistema di incentivazione in grado di avere una sostanziale influenza sulle installazioni di grandi impianti fotovoltaici a terra, così che sia il mercato pubblico che quello privato ne risultino colpiti. Nel breve periodo, il programma di incentivi favorisce infatti i sistemi residenziali e i progetti fotovoltaici destinati all’autoconsumo. Ma negli anni futuri è possibile che i progetti fotovoltaici vengano commercializzati in maniera redditizia anche senza sovvenzioni, non appena la rete raggiungerà parimenti ciascuna parte d’Italia, compreso il Sud e le aree centrali della penisola». Commenta quindi la situazione nostrana anche Sriram Balasubramanian per Frost&Sullivan: «Non ho specifiche evidenze, ma son portato a credere che l’impatto della crisi del debito europeo rischia di avere una forte ricaduta sul mercato nazionale. E questo potrebbe portare, nel breve e medio termine, a una riduzione degli investimenti nel settore degli inverter solari ed eolici. Anche se potrebbe poi aumentare nel lungo termine con una ripresa dell’economia». Quanto ai leader sul mercato, lo studioso Dexter Gauntlett di Pike Reasearch non ha dubbi: «L’Italia probabilmente continuerà a essere uno dei principali mercati quanto a installazioni di inverter solari fotovoltaici, grazie alla forte presenza di mercato che questo settore ha avuto nell’ultimo biennio e ai generosi incentivi finanziari statali».
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