Nel 2025 nel mondo si genereranno ben 163 triliardi di Byte. Questa stima di Idc ci fa capire quanto ormai siamo immersi in una enorme quantità di dati. Dati che, grazie all’utilizzo mirato e combinato di soluzioni di Internet of Things (IoT) e di intelligenza artificiale (AI), possono diventare fonte per nuove risposte e per soluzioni sempre più intelligenti.
Questo scenario sarà poi ulteriormente migliorato dall’avvento su larga scala del 5G, che permetterà velocità di trasmissione dati prima impensabili. Sempre nel 2025, secondo Gsma, il 5G arriverà a coprire quasi 3 miliardi di persone, pari al 40% della popolazione mondiale.
IoT e AI insieme, dunque. Con la prima che raccoglie una moltitudine di dati, e la seconda che li traduce in decisioni di business. Il loro rapporto è biunivoco, tanto che da più parti ormai di parla di AIoT (Artificial Internet of Things), o anche Industrial AI. Se è vero, infatti, che l’AI ha bisogno di un gran numero di dati, la mole raccolta dall’IoT non avrebbe valore se non venissero poi applicati modelli analitici, interpretativi e predittivi.
Prospettive e modalità dell'AIoT per un’analisi avanzata del dato
Mentre l’IoT rappresenta una sorta di sistema nervoso digitale, l’AI è un cervello avanzato in grado di prendere decisioni che controllano l’intero sistema. Secondo Ibm, il vero potenziale dell’IoT sarà infatti raggiunto solo attraverso l’introduzione dell’AIoT.
Nei contesti domotici, ma anche nel caso di guida autonoma, applicazioni industriali, agricoltura intelligente, retail, energy management, assicurazioni, pharma e in molti altri ambiti, vi sono essenzialmente due modalità attraverso cui realizzare l’AIoT. La prima si basa sul Cloud AI, la seconda si ottiene mediante Edge AI.
- Le due modalità di implementazione dell'AIoT
- Le opportunità e i vantaggi dell'AIoT in un contesto industriale
- Un confronto fra chi usa solo IoT e chi è passato all'AIoT
- Alcune esperienze d'uso dell'AIoT nell'industria
- Come proteggere le applicazioni AIoT