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Cyber 4.0: Roma capitale di cybersecurity. Intervista a Teodoro Valente

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Gaia Fiertler

Cyber 4.0 è il Competence Center che riunisce le eccellenze accademiche del Lazio e dell’Abruzzo in tema di cyber-security, applicata a tre settori strategici per l’Italia come l’aerospaziale, l’automotive e la salute “digitale”.

È costituito da 36 soggetti privati, tra grandi, medie e piccole aziende, sia fruitrici sia fornitrici di tecnologie, che comprendono anche tre fondazioni di ricerca e una università privata, più otto soggetti pubblici tra università e centri di ricerca.

Il Competence Center avrà respiro nazionale, ma nasce dalla stretta collaborazione tra Lazio e Abruzzo, con l’endorsement delle rispettive Regioni, la presenza di tutte le accademie delle due Regioni e le più importanti aziende italiane impegnate nei temi di sicurezza informatica, come Leonardo, Poste Italiane, Telespazio, Thales e Sogei.

Intervistiamo il presidente Teodoro Valente, prorettore alla ricerca della Sapienza di Roma e professore di Scienze e tecnologie dei Materiali.

Presidente, come vi siete organizzati?

Teodoro Valente

Ci siamo costituiti come associazione con personalità giuridica, in modo da avere una struttura snella e, al contempo, poter partecipare a tutti i bandi disponibili. Quanto al modello operativo abbiamo scelto quello a rete, come hub, con al centro La Sapienza, che è capofila del progetto, e sedi operative e laboratori dislocati sul territorio presso i partner pubblici e privati, in modo da raggiungere facilmente il tessuto economico.

Grandi aziende come Poste e Leonardo ci consentiranno poi di arrivare in tutta Italia con i nostri servizi di sicurezza informatica. Gli organi si sono già costituiti da tempo, con un Comitato di coordinamento e gestione e un Comitato scientifico e di indirizzo con colleghi designati dai partner.

Il bando relativo al completamento della struttura amministrativa sarà indetto non appena riceveremo i fondi dal Mise.

Oltre alla struttura a rete, come raggiungerete le pmi?

Abbiamo stretto accordi quadro con i Digital Innovation Hub Cicero di Unindustria Lazio e Match 4.0 di Confindustria Abruzzo, più Lega Coop e Confcommercio. Offriremo assessment alle aziende, in collaborazione con le associazioni di categoria e, oltre a orientamento e formazione, un’attività consulenziale per soggetti piccoli con servizi on demand (a richiesta). Utilizzeremo un portale in Cloud per avviare con loro un dialogo virtuoso e, a seguire, svilupperemo un rapporto diretto.

Grazie a un partenariato così ampio con soggetti privati, potremo ottimizzare le risposte ai problemi specifici delle piccole e medie imprese. Siamo infatti un soggetto attuatore in grado di erogare servizi di sicurezza, anche quando non siano internalizzabili, servizi che, almeno nel primo triennio, avranno prezzi inferiori a quelli di mercato in virtù del cofinanziamento del Mise.

Prevedete anche delle linee dimostrative?

Sì, allestiremo delle cyberwar room per la didattica, dove verranno simulati degli attacchi informatici e si valuteranno le possibili risposte con esiti diversi.

Ne creeremo una ex novo nei nostri laboratori della Sapienza e dove serviranno, perché in molti casi i nostri partner sono già attrezzati. Lo scopo è mettere a sistema e fare rete tra i soggetti coinvolti. Credo molto in questo modello pubblico-privato per il trasferimento tecnologico e per far crescere il nostro Paese, in sicurezza. Non a caso, io sono un accademico, ma il vicepresidente è l’ingegner Fabio Cocurullo di Leonardo. C’è un pieno equilibrio tra mondo della ricerca e mondo delle imprese.

Come avete selezionato i partner privati?

Abbiamo una variegata compagine di grandi, medie e piccole aziende, che sono state scelte in base al loro livello di eccellenza. Inoltre, delle piccole imprese fornitrici di tecnologie ci interessavano quelle già inserite in ecosistemi trainati dalle grandi (come Cy4gate con Elettronica), in modo da favorire la trasmissione biunivoca di innovazione tra dimensioni, capacità e tempi diversi.

Tra le università figura anche Luiss, come mai un’università di economia?

Il nostro sguardo sulla sicurezza è a 360°, che è l’approccio corretto che dovrebbero assumere tutte le aziende di qualsiasi dimensione. Così le nostre competenze non sono solo di carattere tecnico-scientifico, ma anche manageriali, poiché affrontano anche l’impatto sulla gestione, come la parte giuridica, gli aspetti etici, la cultura della sicurezza e la formazione.

Sicurezza informatica per aerospazio, automotive e salute è la specializzazione del Competence Center nazionale Cyber 4.0. Capitanato dall’Università La Sapienza di Roma,riunisce le università del Lazio e dell’Abruzzo e primarie realtà industriali

I numeri di Cyber 4.0

I soci

44 soci, 36 soggetti privati

Acrm Net, Aizoon Group, Arpex Environment Trentino, Bioc check up, , Bioscience Genomics, BV Tech, Cy4gate, Fondazione Amaldi (Agenzia spaziale italiana), Fondazione Formit (Fondazione per la ricerca sulla migrazione e integrazione delle tecnologie), Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis), Gruppo Daman, Isam, Iam, Land, Lazio Connect, Leonardo, Mashfrog, Mediaservice.net, Mediavoice, Netcom Group, Nsr, Obiectivo Technology, Poste Italiane, Prisma, Radio6ense, Rdslab, Sdn, Selta, Sfc, Sogei, Technocenter, Tecnorad, Telecom Italia, Telespazio, Thales, Università Luiss Guido Carli.

8 soggetti pubblici

Cnr, Inail (partecipazione non economica), Università degli Studi di Cassino, Università degli Studi La Sapienza, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi Roma 3, Università degli Studi Tor Vergata, Università degli Studi della Tuscia.

Valore del progetto

13,2 milioni €, di cui:

6,6 milioni € contributi del Mise
(4,4 milioni per avviamento e servizi di orientamento e formazione; 2,2 milioni per i bandi di ricerca applicata)

6,6 milioni € dalle imprese associate in cash, in kind (macchinari, locali e attrezzature) e ore uomo.

Cyber 4.0: Roma capitale di cybersecurity. Intervista a Teodoro Valente - Ultima modifica: 2021-01-28T09:57:10+01:00 da Gaia Fiertler