"Il 2013 è stato un anno all'insegna della stazionarietà" ha commentato Luigi Galdabini, presidente di Ucimu, sottolineando come il calo dell'1% sia sostanzialmente una conferma dell'andamento del mercato. "Il dato che appare più evidente è la ripresa del consumo domestico, che sembra ripartire dopo anni di immobilità; resta però il problema della mancanza di liquidità delle imprese italiane".
Le esportazioni si sono confermate ancora una volta il traino del settore: con uno 0,2% di calo, l'export si è infatti attestato a 3.615 milioni di euro, assorbendo il 75,6% della produzione dei costruttori italiani.
In occasione della presentazione dei dati di pre-consuntivo (a gennaio saranno disponibili anche i dati dell'ultimo trimestre dell'anno che, solitamente, risulta il periodo più positivo per i costruttori di macchine utensili, ndr), Galdabini non ha mancato di ribadire i punti emersi dalla prima Assise della macchina utensile, promossa da Ucimu lo scorso 26 novembre: stabilità politica, attenta politica monetaria, misure volte a ridurre il credit crunch, snellimento burocratico, riforma del credito, detassazione degli investimenti in macchinari, operatività della ex-legge Sabatini, provvedimenti che favoriscano la sostituzione dei sistemi di produzione e ammortamenti liberi per svecchiare il parco macchine italiano.
