È durato meno del previsto l’incontro al MIMIT, con le associazioni di impresa e tutte le figure professionali coinvolte nella querelle del Piano Transizione 5.0. Ed è stato indubbiamente un segnale di apertura e di interesse verso il momentaneo smarrimento della comunità imprenditoriale. Ma, soprattutto, il confronto ha offerto nuove garanzie.
Perché c’è tempo fino al 27 novembre 2025 per poter ancora beneficiare del Piano Transizione 5.0. Già da stasera, le cose potrebbero essere ancora più definite. Parola di Urso. Che ha anche assicurato: “Nessuno verrà lasciato indietro”.
I Piani Transizione, le risorse e la promessa del MIMIT
Mentre la Legge di Bilancio fa il suo corso, con le proposte degli emendamenti, ad agitare gli animi ci pensano i Piani Transizione 5.0 e Transizione 4.0. Un novembre movimentato, con risvolti inaspettati. Precisamente nelle giornate del 6 e dell’11. Quando il MIMIT ha comunicato l’esaurimento delle risorse per entrambi i Piani Transizione. Vista lo sgomento generale, il 10 novembre 2025 il MIMIT ha convocato un incontro a Palazzo Piacentini, fissato prima per martedì 18 e poi spostato a giovedì 20 novembre.
![urso mimit transizione 5.0 20251014_104242[52]](https://static.tecnichenuove.it/automazionenews/2025/11/urso-mimit-transizione-5.0-20251014_10424252-768x1024.jpg)
Dunque, si parte da un assunto. Per il Piano Transizione 5.0 le risorse sono state totalmente impegnate. Anche se al momento non si sa ancora se tutti i crediti prenotati saranno poi confermati entro un mese (come da procedura richiesta). O se ci saranno delle rinunce. D’altra parte, con l’ultima revisione del PNRR i fondi erano stati più che dimezzati.
Ma, come aveva già annunciato il MIMIT, “no panic”. Dal 1° gennaio 2026 sarà operativo il nuovo Piano Transizione 5.0. In piena continuità con la misura già in vigore. E nel frattempo? Cosa ne sarà degli investimenti? Era questo il grande dubbio. Ma pare sia stato risolto.
Ministeri e associazioni assieme per il Piano Transizione 5.0
Per rispondere a questa e ad altre millemila domande, alle 12.30 del 20 novembre 2025, è stato avviato il confronto tra le associazioni nazionali d’impresa e i rappresentanti di tre Ministeri direttamente coinvolti. Adolfo Urso per il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Giancarlo Giorgetti per il Ministro dell’Economia e delle Finanze, e Tommaso Foti, per il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione.
Cosa si attendeva dal confronto tra le Parti? Una specifica analisi delle criticità emerse. Per capire cosa non avesse funzionato. E per ascoltare le voci, le proposte e le frustrazioni (perché no?) delle associazioni di impresa. Valutando, assieme, le possibili strategie non solo politiche ma anche pratiche per superare l’impasse. E iniziare il 2026 con il piede giusto.
Cosa è invece emerso? Un coniglio dal cappello. Non certamente una soluzione per gestire la mancanza di risorse in queste settimane di buco. O per offrire comunque continuità al Piano. Ma qualcosa per scongiurare un danno a coloro che hanno già investito, contando sulla disponibilità della misura. Senza scoraggiare chi aveva intenzione di farlo.
Transizione: un nuovo Decreto e la deadline del 27 novembre 2025
E così Urso ha comunicato la grande novità. Una notizia inaspettata. Sarà presentato in Consiglio dei Ministri, proprio entro la giornata del 20 novembre 2025, un Decreto-Legge (con carattere quindi d’urgenza), su Transizione 5.0 e Transizione 4.0. Per garantire la copertura delle domande. Ovvero per offrire a tutte le imprese, che abbiano i requisiti, la possibilità di accedere alle risorse del Piano Transizione 5.0.
Nel DL saranno introdotte nuove procedure. Probabilmente in considerazione della questione relativa alle prenotazioni con successivo inutilizzo. E quindi blocco (pericoloso) di risorse per chi ne ha invece diritto. Verrà così nuovamente concessa alle imprenditorie la possibilità di completare la domanda. Restano allora solo 7 giorni. La piattaforma verrà ufficialmente chiusa il 27 novembre 2025. E poi, nel 2026, cosa accadrà?
