Un PLC, controllore logico programmabile, è un computer industriale. Questo va senz’altro ricordato, in quanto è stato concepito proprio per supportare il controllo dei processi produttivi.
Il primo settore in cui storicamente è stato applicato un PLC è l’automotive, dove del resto è nato, anche se con un nome diverso: Standard Machine Controller. Con questa denominazione gli ingegneri della General Motors definirono le specifiche di un sistema che, pur rivoluzionario per l’epoca, appaiono oggi inconsistenti, ma non certo i concetti tecnologi di base:
- utilizzo di componenti a stato solido modulari ed espandibili;
- 16 input espandibili a 256;
- 16 output espandibili a 128;
- facilità di programmazione e riprogrammazione; garanzia di mantenimento dei programmi memorizzati in caso di caduta dell’alimentazione;
- almeno 1K di memoria,
- espandibile a 4K.
Sulla base di queste specifiche fu realizzato dalla Bedford Associates il vero progenitore del PLC, il Modular Digital Controller. Dato che il suo impiego sperimentale fu un successo, si passò alla produzione vera e propria del sistema, fondando nel 1968 una società ad hoc, la Modicon, e sul mercato arrivò il primo PLC, il Modicon 084. Perché “084”? Perchè per i progettisti Bedford era il loro “ottantaquattresimo” progetto. Dalla fine degli anni ’60 il successo dei PLC è stato enorme, oltre che fortemente modificante delle modalità di progettazione dei sistemi di controllo, con altre aziende di settore che iniziarono a proporre loro prodotti, integrando nuove funzionalità come la comunicazione, grazie a Data Highway di Allen Bradley e a Modbus di Modicon, e, più avanti, la programmazione standard IEC 61131-3.
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