Il quantum computer fotonico Qolossus 2.0 segna un passaggio chiave per la ricerca italiana e per il futuro industriale del Paese. Presentato pochi giorni fa a Roma, Qolossus 2.0 è il primo computer quantistico fotonico modulare sviluppato in Italia. Il progetto nasce nell’ambito dell’iniziativa Pnrr Icsc ed è coordinato dalla Sapienza Università di Roma, presso il Quantum Lab guidato da Fabio Sciarrino. Al lavoro hanno contribuito anche il Cnr di Milano e l’Università di Pavia.
Si tratta di una macchina che utilizza i fotoni come unità di calcolo. Una scelta tecnologica che guarda lontano. I sistemi fotonici, infatti, promettono una maggiore semplicità operativa e una migliore integrazione con le comunicazioni quantistiche. Inoltre, non richiedono temperature estremamente basse. Un aspetto rilevante anche in chiave industriale, perché apre la strada a soluzioni di maggiore sostenibilità dal punto di vista energetico.
Sapienza al centro della strategia quantistica nazionale
Qolossus 2.0 non è solo un risultato scientifico. È anche un tassello strategico. «Qolossus 2.0 non è soltanto un nuovo computer quantistico fotonico, è un risultato che ci parla del futuro del nostro Paese e del ruolo che Sapienza vuole e deve continuare a svolgere nella sua costruzione. Le tecnologie quantistiche sono un terreno sul quale si gioca la credibilità scientifica e strategica del nostro Paese», ha sottolineato Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza. E ha aggiunto che la ricerca rappresenta «la lingua più autorevole che l’Italia e l’Europa possano parlare nel mondo».
Il sistema è ora pienamente operativo. «Da oggi Qolossus 2.0 sarà pienamente operativo. Adesso il nostro obiettivo è da un lato di utilizzarlo per mettere a punto e valorizzare nuovi algoritmi e protocolli, dall’altro lato di potenziare l’architettura in termini di complessità e di inter-connettività fra diversi dispositivi», ha dichiarato Fabio Sciarrino, responsabile del Sapienza Quantum Lab e referente dello Spoke 10 ‘Quantum Computing’ del Centro Nazionale Icsc per la Sapienza.
Quantum computer fotonico e ricadute industriali
Uno degli elementi più rilevanti di Qolossus 2.0 è il suo cuore tecnologico. Il processore integrato, interamente Made in Italy, è stato realizzato dall’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr di Milano. Qui i singoli fotoni viaggiano all’interno di circuiti ottici scritti nel vetro grazie a tecniche avanzate di nanofabbricazione. «Grazie ad una tecnologia di nanofabbricazione, sviluppata all’interno del Cnr negli ultimi 20 anni, che utilizza impulsi laser molto brevi per scrivere i circuiti ottici in vetro, siamo in grado di realizzare dei processori fotonici allo stato dell’arte rispetto al panorama mondiale», ha spiegato Roberto Osellame, direttore di ricerca dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio nazionale delle Ricerche (Ifn-Cnr).
Queste competenze hanno un potenziale diretto per il settore manifatturiero. La fotonica integrata è già oggi una tecnologia chiave per l’industria. Il quantum computing fotonico può rafforzare filiere esistenti e generarne di nuove, favorendo applicazioni ad alte prestazioni e a basso consumo energetico. Inoltre, la possibilità di processare qubit e qudit amplia gli scenari applicativi, anche in ottica industriale.
Dalla ricerca alle filiere del futuro
Qolossus 2.0 si inserisce nella Strategia italiana per le tecnologie quantistiche, coordinata dal Centro Nazionale Icsc. L’obiettivo è chiaro: consolidare l’autonomia tecnologica del Paese, colmare il divario con le realtà più avanzate e creare occupazione qualificata. In questo quadro, la fotonica rappresenta una leva strategica.
«Proprio nella fotonica – ha concluso Sciarrino – l’Italia vanta una lunga tradizione e questo settore potrebbe rivelarsi una chiave strategica per consolidare un ruolo di primo piano nel panorama internazionale delle tecnologie quantistiche». Un messaggio che guarda alla scienza. Ma anche all’industria.
