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Nel Datacenter di Aruba con smeup

Continuità operativa, sicurezza e innovazione tecnologica guideranno le imprese del prossimo futuro. Smeup ha presentato al Datacenter Aruba IT3 la propria strategia, basata su cloud, intelligenza artificiale e sovranità digitale.

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Nicoletta Buora

In occasione dell’evento “Il futuro è in cloud: secure cloud & SaaS nel Datacenter Aruba”, smeup ha presentato la propria strategia industriale e tecnologica per accompagnare le imprese nel nuovo scenario dominato da cloud, sovranità digitale e intelligenza artificiale.

La visita al Datacenter Aruba di Bergamo (IT3) ha rappresentato il punto di partenza per comprendere concretamente cosa significhi garantire continuità operativa, resilienza e sicurezza in un contesto critico come quello delle infrastrutture digitali.

La visita al Datacenter Aruba IT3: continuità, ridondanza e sostenibilità

Il Datacenter Aruba IT3 di Ponte San Pietro (BG) si estende su un’area di 200.000 mq, è realizzato in un’ex zona industriale oggi trasformata in un campus tecnologico in continua espansione. Con una capacità attuale di 30 MW rappresenta uno dei poli digitali più avanzati d’Europa. Nel territorio circostante, Aruba può inoltre contare su tre centrali idroelettriche di proprietà sul fiume Brembo, che contribuiscono alla produzione di energia pulita a supporto dell’intero ecosistema datacenter.

La filosofia progettuale è basata sulla ridondanza totale: la sala dati è alimentata da due linee elettriche indipendenti, la “green” e la “orange”, ciascuna con una capacità di 1 MW. Il raffreddamento degli ambienti avviene esclusivamente tramite acqua di falda, convogliata e reimmessa attraverso un sistema ad anello che evita l’uso di gruppi frigo e riduce l’impatto ambientale.

Nel cuore del Datacenter “C”

Durante la visita all’interno della struttura, abbiamo visto come i locali sono organizzati in allestimenti personalizzati in funzione dei requisiti infrastrutturali richiesti dai clienti. Il Datacenter C è caratterizzato da un’imponente struttura verticale composta da 1,95 m di sottopavimento tecnico, 3,5 m di sala dati e 2 m di soffitto: oltre 7,5 metri progettati per garantire un flusso d’aria costante e un alloggiamento ottimale per networking e linee elettriche.

Un’attenzione particolare è riservata alla continuità operativa: Ogni modulo da 1 MW è composto da tre container impilati – trasformatori, UPS e batterie e il relativo generatore che entra in funzione dopo poche decine di secondi - durante i quali la copertura è data dalle batterie che si trovano nel terzo container - coprendo eventuali interruzioni. Per garantire 30 MW effettivi, il sito opera con 60 moduli, per il principio della ridondanza.

Il sistema antincendio utilizza gas inerte IG541 per evitare guasti alle infrastrutture IT dei clienti garantendo il funzionamento continuo degli apparati. La certificazione Rating 4 ANSI/TIA 942, il massimo livello ottenibile, ne garantisce la resilienza anche in caso di guasti gravi o eventi catastrofici. Questa infrastruttura attira operatori finanziari, hyperscaler e grandi aziende che richiedono continuità, performance e piena sovranità dei dati.

La visione di smeup: competenze, governance e un ecosistema cloud di nuova generazione

Durante l’evento, smeup ha presentato la propria strategia per il periodo 2027–2030. Come spiegato dal general manager Dario Vemagi, l’azienda punta su innovazione tecnologica e valorizzazione degli asset, mantenendo un modello industriale e non finanziario. Dopo 42 acquisizioni in cinque anni, smeup concentra ora lo sviluppo su tre asset strategici: AI, Cloud e proprietà intellettuale delle soluzioni software.

In un mercato caratterizzato dalla crescita accelerata di cloud (+20% nel 2024) e intelligenza artificiale (+58% nel 2024, +60% stimato nel 2025, Fonte: Politecnico Di Milano), le imprese ricorrono a provider multipli e richiedono competenze specialistiche, governance e continuità operativa. La geografia del dato – anche in relazione a NIS2 e alla sovranità digitale – acquisisce centralità nelle scelte infrastrutturali.

Smeup si propone come partner a valore per accompagnare le aziende nella complessità tecnologica, grazie a una piattaforma applicativa proprietaria, servizi cloud certificati e competenze verticali sui processi.

Dario Vemagi, AL CENTRO

Smeup Secure Cloud: il fondamento della continuità tecnologica

Come illustrato da Gianluca Pellegrini, general manager di smeup ICS, le aziende hanno necessità di concentrarsi sul proprio core business, delegando a partner affidabili la gestione di applicazioni, sicurezza, continuità e compliance normativa.  Smeup Secure Cloud risponde a queste esigenze attraverso:

  • datacenter italiani ad alta affidabilità (Aruba, Herabit, Data4);
  • tre region geografiche per garantire disaster recovery e resilienza;
  • infrastrutture basate su tecnologie open source e repository dati;
  • sicurezza attiva tramite SOC proprietari e soluzioni EDR europee;
  • accessi dedicati mediante SD-WAN, MPLS e collegamenti diretti.

Il valore aggiunto risiede nella capacità di integrare cloud e ambienti on-premise, progettare architetture scalabili ed erogare un servizio gestito unico, con supporto continuo e controllo dell’intero stack tecnologico.

Un esempio è il caso Diachem, azienda manifatturiera soggetta ai requisiti NIS2, che ha scelto smeup per garantire continuità operativa e ridurre i costi interni, apprezzando in particolare il remote working e la gestione integrata dei servizi.

Il motore della trasformazione: applicazioni SaaS evolute e pronte per l’AI

La piattaforma SaaS di smeup costituisce il motore della strategia digitale: una combinazione di hardware, software e servizi che abilita una transizione verso soluzioni cloud-native e sempre più intelligenti.

Secondo modelli previsionali in linea con Gartner, il cloud-based application layer diventerà un elemento centrale dell’IT aziendale. In questo contesto, smeup rilascerà nel 2026 i moduli web della propria piattaforma Enterprise, nativamente integrati con funzionalità di AI per trasformare i dati operativi in strumenti previsionali.

Il percorso verso l’AI prevede tre fasi:

  1. Dati – strutturazione, qualità e governance;
  2. Valore – automazione intelligente dei processi;
  3. Evoluzione – agenti AI addestrabili e integrati nelle attività operative.

L’evoluzione: Userbot 3.0 e l’intelligenza agentica per le imprese

La piattaforma Userbot, presentata da Antonio Giarrusso, rappresenta la declinazione concreta dell’AI agentica per le aziende. Basata su motori come ChatGPT e altri LLM, Userbot funge da sistema di orchestrazione, controllo e integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi reali.

Dal semplice chatbot si passa a un ecosistema di agenti cooperanti, costruiti attraverso cinque passaggi: connessione ai dati, abilitazione della voce, creazione di un team di agenti, trasformazione delle informazioni in azioni e supervisione del sistema. I casi d’uso includono Namirial, Schneider Electric, Prestipay e Gruppo Stellantis.

Nell’ambito produttivo, dove prevalgono dati puntuali e processi non standardizzati, Userbot è istruito non sui dati Mes, ma sulle domande corrette da porre al sistema per ottenere risposte precise, minimizzando il rischio di allucinazioni e massimizzando la qualità informativa.

Come evidenziato da Vemagi, l’intelligenza agentica presenta sfide analoghe a quelle delle organizzazioni umane: solo una buona orchestrazione porta risultati affidabili, mentre la specializzazione verticale degli agenti permette efficienza e scalabilità.

Nel Datacenter di Aruba con smeup - Ultima modifica: 2025-11-12T17:54:43+01:00 da Nicoletta Buora