Le aziende pagano prima

I lunghi tempi di pagamento continuano a rappresentare un problema per le aziende italiane, spesso in difficoltà per mancanza di liquidi. Un, seppur timido, segnale positivo arriva però dalla Ggia di Mestre, che ha rilevato una riduzione di tali tempi. Benché il valore medio rimanga ancora superiore ai due mesi e mezzo, inoltre, diminuisce il valore delle fatture non riconosciute e il numero dei protesti.
Dal documento emerge come, sulla scorta delle indicazioni fornite da Cerved, nei primi tre mesi dell'anno i tempi dei pagamenti tra aziende sono stati in media di 77 giorni e mezzo, quasi 4 giorni in meno rispetto allo stesso periodo 2013, con tempi medi di liquidazione di 83,4 giorni nel Sud e nelle Isole (5,6 in meno giorni rispetto allo stesso periodo 2013), di 81 giorni nel Centro (-3,7 giorni), 77 nel Nord Ovest (-3,4) e 71,9 nel Nord Est (-2,9).
Secondo Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved, "il fenomeno rientra nel processo di ristrutturazione dell'economia italiana, che vede l'uscita dal mercato delle società più fragili e il consolidamento delle condizioni finanziarie delle imprese che hanno resistito alla crisi".
In ambito manifatturiero, in particolare, i tempi di pagamento sono scesi a 80 giorni. Decisamente incoraggianti, inoltre, i dati relativi ai protesti totali, scesi del 14% rispetto allo scorso anno. Anche se la presenza di 19mila le società protestate, il 27% in più rispetto al periodo pre-crisi, conferma la diffusa difficoltà. Una situazione dalla quale il manifatturiero soffre meno rispetto ad altri settori. Il calo ha infatti sfiorato il 20%, con “soli” 2mila protesti, in crescita del 2,8% rispetto al 2007.
Secondo Payline, il database che raccoglie le abitudini di pagamento di due milioni e mezzo di imprese, emerge infine come il valore dei mancati pagamenti sulle fatture in scadenza sia ai minimi dall'inizio del 2012: lo “scaduto” è al 30%, in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2013.