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Intelligenza Artificiale, Italia in fondo alle classifiche tra i Paesi a forte indice di sviluppo

Le tecnologie di intelligenza artificiale aprono alle imprese possibilità interessanti, che però non tutte le realtà sono oggi in grado di sfruttare. L'analisi di Mario Rosati di E4 Analytics sulla situazione in Italia.

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Nicoletta Buora

Il boom mediatico di ChatGPT ha portato ancor più alla ribalta il tema dell’intelligenza artificiale, un mercato che entro il 2030 si stima posso superare i 2000 miliardi di dollari, con un tasso composto di crescita annuale del 21,6%.

"In questo scenario di forte crescita, l’Italia gioca ancora un ruolo di relativa retroguardia, collocandosi ancora in fondo alle classifiche tra i Paesi a forte indice di sviluppo". afferma Mario Rosati, Chief Executive Officer di E4 Analytics, Business Unit di E4 Computer Engineering.

"I segnali positivi però non mancano, con un mercato dell’AI che è aumentato sensibilmente post-pandemia, registrando un +32% e assestandosi nel 2022 su un valore di 500 milioni di euro secondo i dati del Politecnico di Milano". Di seguito l'analisi di Mario Rosati sulla'adozione dell'AI in Italia

L’AI nelle imprese italiane stenta a decollare

Se sei grandi imprese su dieci hanno già avviato progetti di AI, la percentuale tra le realtà piccole e medie scende invece al 15%, a conferma del potenziale che rimane da sfruttare per questa tecnologia.

Nonostante eccellenze accademiche quali l’UniMoRe, a livello imprenditoriale l’Italia stenta a considerare l’implementazione di progetti di AI una priorità irrinunciabile per la salvaguardia, il consolidamento e lo sviluppo aziendale.

Secondo un’analisi di Eurostat, solo due aziende su dieci all’interno dell’Unione Europea usano l’intelligenza artificiale, con un dato che in Italia è ancora più basso, fino al 6%.

Si punta a incentivare l’adozione dell’AI nella pubblica amministrazione

Una delle aree di intervento del programma strategico sull’intelligenza artificiale recentemente adottato dal Governo è proprio incentivare l’adozione dell’AI e delle sue applicazioni nella pubblica amministrazione anche attraverso il rafforzamento delle competenze dei dipendenti.

Su questo punto una delle proposte presenti nella strategia è quella di attivare tre cicli di nuovi corsi di dottorato specificamente progettati per le esigenze della PA in collaborazione con il Ministro per la Pubblica Amministrazione e interagendo con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

C’è evidentemente un gap da colmare per gestire in modo corretto l’enorme e crescente quantità di dati della pubblica amministrazione e la disponibilità di risorse preparate in grado di affrontare tale compito consapevolmente e con le necessarie skill.

Il grande tema della carenza di talenti

Il tema della mancanza di talenti e conoscenze specialistiche in ambito IT non è certo una novità. Sono numerose le iniziative pensate per diffondere a livello di formazione le abilità sempre più richieste nel mondo del lavoro.

Investire in quelle dedicate alle soluzioni di AI al fine di estenderne la diffusione nei settori pubblico e privato in modo efficace e autonomo è però fondamentale.

La formazione rappresenta in questo ambito un aspetto particolarmente importante, che anche affronta in modo attivo con iniziative condotte attraverso la E4 Academy, con l’obiettivo di stimolare la creazione di competenze digitali aggiornate tra gli studenti universitari, grazie a iniziative condotte direttamente con Università e centri di ricerca, come l’Università di Modena e Reggio Emilia, Leonardo, iFAB e il Cineca.

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Intelligenza Artificiale, Italia in fondo alle classifiche tra i Paesi a forte indice di sviluppo - Ultima modifica: 2023-05-17T09:31:00+02:00 da Nicoletta Buora