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Industria manifatturiera italiana: tra stabilità e nuove sfide globali

Nel 2025 il settore manifatturiero italiano tiene, ma il futuro dipenderà dall’equilibrio tra domanda interna, export e politiche commerciali internazionali. Le prospettive al 2029 indicano crescita moderata. Digitalizzazione, efficienza energetica e posizionamento sulla fascia alta del mercato saranno gli assi strategici

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Nicoletta Buora

Come sta andando questo 2025? Dopo anni di shock economici, l’industria manifatturiera italiana sembra trovare un punto di equilibrio. Secondo il Rapporto Analisi dei Settori Industriali realizzato da Intesa Sanpaolo e Prometeia, il comparto si manterrà stabile sui livelli di fatturato del 2024 a prezzi costanti, con una crescita nominale dell’1,8% che porterà il valore complessivo a 1.143 miliardi di euro, ben 229 miliardi in più rispetto al 2019. Tra i settori più brillanti emergono Farmaceutica (+2,4%), Meccanica (+1,7%) e Largo Consumo (+1,2%).

Il ruolo chiave dell’Europa e l’incognita americana

La vera partita si giocherà sul fronte estero. L’export rimane infatti un pilastro: la domanda europea, spinta dalla ripresa tedesca e dal calo dell’inflazione, fungerà da contrappeso alla debolezza del commercio mondiale. Più complessa la situazione legata agli Stati Uniti, dove l’incertezza sulle politiche commerciali e l’imposizione di dazi potrebbero creare tensioni.

Tuttavia, il Made in Italy di fascia alta – dalla meccanica di precisione al sistema moda fino all’agroalimentare – conserva una posizione di forza, che potrebbe trasformarsi in vantaggio competitivo anche in scenari più restrittivi. Non solo export: il 2025 sarà sostenuto anche dalla domanda interna.

I consumi beneficeranno del recupero del potere d’acquisto delle famiglie e dei rinnovi contrattuali, mentre gli investimenti torneranno a crescere grazie agli incentivi della Transizione 5.0 e a condizioni reddituali solide per molte imprese.

Crescita moderata nel quadriennio 2026-29

Guardando oltre, il quadriennio 2026-29 vedrà una crescita media annua dell’1% in termini reali. I primi due anni saranno i più vivaci, sostenuti dagli investimenti legati al PNRR, mentre nel biennio 2028-29 la spinta rallenterà, con il traino affidato ancora una volta all’export.

Entro il 2029 il saldo commerciale manifatturiero raggiungerà i 134 miliardi di euro, 31 miliardi in più rispetto al 2019.I settori destinati a correre di più saranno Farmaceutica e Largo Consumo (+2,4% medio annuo), seguiti da Meccanica, Elettronica ed Elettrotecnica, tutti connessi ai driver della doppia transizione digitale ed energetica.

Competitività e sfida dell’innovazione

La sostenibilità degli investimenti rimane uno dei punti di forza del sistema industriale italiano. Digitalizzazione, efficienza energetica e posizionamento sulla fascia alta del mercato saranno gli assi strategici su cui giocarsi la competitività internazionale.

La manifattura italiana non potrà contare su tassi di crescita eccezionali, ma su una progressione costante, alimentata da export, innovazione e specializzazione in nicchie di valore.

Industria manifatturiera italiana: tra stabilità e nuove sfide globali - Ultima modifica: 2025-08-28T12:53:31+02:00 da Nicoletta Buora