HomeIndustria 4.0Incentivi e Transizione 5.0Imprese danneggiate dalla crisi ucraina: fino a 400mila euro in contributi

Imprese danneggiate dalla crisi ucraina: fino a 400mila euro in contributi

Dal 10 novembre, e fino al 30 del mese, le imprese danneggiate dalla crisi bellica potranno richiedere un contributo a fondo perduto.

Ti potrebbero interessare ⇢

Marianna Capasso

Il conflitto russo-ucraino, oltre a destabilizzare gli equilibri geopolitici e quelli energetici, ha anche danneggiato le imprese operanti nell’ambito del commercio internazionale.

La guerra ha provocato una contrazione della domanda, ma ha anche interrotto numerosi contratti in essere e progetti in fieri, danneggiando la catena dell’approvvigionamento e causando un eccessivo aumento dei costi delle materie prime.

È stato quindi necessario intervenire per salvaguardare i settori produttivi italiani, considerando quanto possa essere pericoloso un blocco operativo – come ci ha insegnato la storia recente degli ultimi 2 anni.

L’intervento normativo per le agevolazioni

Il Governo italiano ha agito prima indirettamente, attraverso una misura agevolativa offerta da Simest, nel mese di luglio 2022 e, successivamente, è intervenuto con il Decreto Aiuti – istituendo un Fondo per l’erogazione di agevolazioni destinate alle imprese colpite dalla crisi bellica.

Il Decreto governativo ha mobilitato risorse pari a 120 milioni di euro per l’anno 2022, come supporto alle imprese che hanno subito gli effetti del conflitto in Ucraina e che presentano un calo del fatturato, dovendo altresì fronteggiare un aumento dei costi delle materie prime.

Per le modalità attuative di accesso al Fondo è invece intervenuto il già MiSE, ora Ministero delle Imprese e del Made in Italy: con Decreto attuativo del 09 settembre 2022 – pubblicato in GU il 31 ottobre – sono stabiliti requisiti e termini per presentare la domanda.

Fondo per il sostegno alle imprese danneggiate dalla crisi ucraina: i beneficiari

Possono accedere alla misura agevolativa, previste dal Fondo, le piccole e medie imprese, ad esclusione di quelle agricole. Oltre alle classiche caratteristiche necessarie – sede legale o operativa in Italia, regolare costituzione, mancanza di procedure concorsuali o di sanzioni interdittive, assenza di condanne per reati specifici in capo a soci e amministratori, assenza di sanzioni emanate dall’UE – i richiedenti dovranno presentare, cumulativamente, una serie di prerogative specifiche.

fondo-ucraina-img-pag-int
Foto: Invitalia

I beneficiari dovranno infatti provare che, negli ultimi due anni, almeno il 20% del proprio fatturato sia frutto di operazioni di vendita di beni o servizi – compreso l’approvvigionamento di materie prime e semilavorati – con l’Ucraina, la Federazione russa e la Repubblica di Bielorussia.

Dovranno inoltre documentare che l’acquisto medio di materie prime e semilavorati, nel corso dell’ultimo trimestre antecedente all’entrata in vigore del Decreto Aiuti (18 maggio 2022) mostri un incremento di almeno il 30% rispetto ai valori del 2019. Nel caso di imprese costituite nel 2020 si farà riferimento al costo medio del 2021.

L’ultimo requisito necessario per poter accedere al Fondo riguarda il fatturato (cessioni di beni, prestazioni, materie prime, semilavorati et similia) che, nel corso del trimestre antecedente al 18 maggio 2022, dovrà risultare in calo di almeno 30 punti rispetto al 2019.

Agevolazioni senza restituzione, fino a 400mila euro

L’importo della misura agevolativa è calcolato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio dei ricavi dell’ultimo trimestre (precedente al 18 maggio 2022) e l’ammontare dei ricavi relativi al medesimo trimestre 2019. Per le imprese costituite dopo il 01 gennaio 2020, comparativamente verrà preso in considerazione il trimestre 2021.

La percentuale applicata alla suddetta differenza è del 60% per le imprese che, nel periodo d’imposta 2019, hanno presentato ricavi non superiori a 5 milioni di euro; del 40% per quelle con ricavi da 5 a 50 milioni. In tutti i casi, l’agevolazione per ciascun beneficiario non potrà essere superiore a 400mila euro e le percentuali potrebbero essere diminuite per soddisfare tutte le richieste “valide” presentate nell’arco temporale di apertura dello sportello.

È sempre previsto il divieto di cumulo sulle stesse spese agevolate anche dall’articolo 29 del Decreto Aiuti (Misure a favore di imprese esportatrici): in altre parole, non è possibile usufruire di agevolazioni per la medesima situazione – con eccezione degli aiuti previsti in ambito europeo.

Come presentare la domanda per il Fondo di sostegno

A differenza di altre misure agevolative che seguono il procedimento a sportello (con un’istruttoria che segue un ordine temporale) l’accesso al Fondo prevede una logica diversa. Le risorse saranno infatti ripartite tra tutte le PMI che ne hanno diritto, secondo i requisiti presentati, e nessuna “meritevole” verrà esclusa per questioni temporali.

Verrà infatti aperta una finestra, dalle ore 12 del 10 novembre 2022 fino alle ore 12 del 30 novembre 2022: in questo lasso di tempo, le imprese potranno presentare l’istanza di accesso, attraverso il sito di Invitalia, utilizzando l’identità digitale, collegandosi all’area riservata.

L’istante potrà seguire il modello fac‐simile offerto dal Ministero e potrà presentare una sola domanda, riportando tutti i dati richiesti – tra cui il valore dell’ammontare dei ricavi trimestrali, per il 2019 e il 2022 (o 2021, nei casi specifici). È poi necessario indicare una PEC e un IBAN del soggetto giuridico beneficiario.

La fase finale: erogazione e revoca della misura agevolativa

Terminata l’istruttoria, il Ministero adotterà un provvedimento di concessione, che riguarderà tutti i soggetti beneficiari, con una pubblicazione sul sito istituzionale: questo atto fungerà da comunicazione ufficiale ai soggetti beneficiari. Differentemente, ai non ammessi arriverà una apposita comunicazione via PEC.

Dopo la pubblicazione, verrà erogata l’agevolazione – qualora le ulteriori verifiche di regolarità contributiva et similia risulteranno positive. Inoltre, anche successivamente all’erogazione, saranno previsti controlli su un campione di imprese, per validare la veridicità delle informazioni trasmesse con gli atti notori (le cosiddette autocertificazioni).

Qualora le ispezioni diano esito negativo, si procederà con la revoca delle agevolazioni – prevista anche in altri casi specifici, come un successivo accertamento della mancanza di requisiti, o il diniego all’accesso per i controlli. In queste situazioni spiacevoli sarà necessario restituire la somma ricevuta in agevolazione, indebitamente utilizzata, riparando anche con una maggiorazione di interessi e sanzioni. Dunque, attenzione!

Imprese danneggiate dalla crisi ucraina: fino a 400mila euro in contributi - Ultima modifica: 2022-11-04T16:00:37+01:00 da Marianna Capasso