L’azienda specializzata nella produzione di carte speciali per packaging di lusso, etichette autoadesive e soluzioni RFID, dopo anni di investimenti in automazione e digitalizzazione tra impianti diversi in Paesi differenti, rilancia con l’adozione di una tecnologia avanzata di integrazione.
La piattaforma digitale di Palantir Technologies, dotata di algoritmi e agenti di Generative AI, guida il Gruppo Fedrigoni nell’ottimizzare processi logistici e pianificazione della produzione, con l’integrazione dei dati provenienti da sistemi gestionali diversi. Il Gruppo ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, passando da 700 milioni di euro nel 2018 a oltre 2 miliardi nel 2024, con l’ingresso nel capitale dei fondi Bain Capital e BC Partners. Negli ultimi 5 anni ha fatto 16 acquisizioni in tutto il mondo. Ha triplicato i dipendenti, arrivando a contare 6.000 persone in 28 paesi e 73 stabilimenti di produzione, taglio e distribuzione.

«La crescita genera un aumento di complessità, in particolare nel nostro caso, con uno sviluppo per acquisizioni, con sistemi gestionali e MES diversi tra loro. Questa eterogeneità avrebbe potuto rallentare la nostra capacità di analisi dei flussi produttivi per dare una risposta sempre rapida ed efficiente al mercato. Infatti, con le acquisizioni non abbiamo mai interrotto gli investimenti in automazione e digitale. Talvolta però agivamo su sistemi separati», racconta Gionata Berna, Chief Information Officer (CIO) di Fedrigoni.
Berna è entrato in azienda 5 anni fa proprio per accompagnare la crescita digitale del Gruppo. In pratica, l’azienda ha deciso di non omologare tutti i sistemi con una lunga e massiva migrazione su un unico sistema centralizzato. Al contrario, ha optato per un evoluto “layer” (strato) di integrazione, basato su una piattaforma digitale avanzata.
«Quando sarebbe stato il momento di ottimizzare gli investimenti fatti, abbiamo deciso di proseguire nell’innovazione. Abbiamo sfruttato le potenzialità di Palantir, che disaccoppia i dati dai sistemi, fa analisi integrate, offre visualizzazioni molto intuitive e dà suggerimenti accurati in tempo reale», prosegue il Manager.
Come funziona la piattaforma nella pianificazione della produzione
Di fatto, la piattaforma Palantir restituisce un Digital Twin, una replica in tempo reale, della Supply Chain del Gruppo, dagli acquisti alla distribuzione. Permette così analisi e simulazioni con un livello di accuratezza superiore e con ridottissimi tempi di risposta. In alcuni casi siamo a 10 minuti, rispetto ai precedenti 6 giorni di lavoro di una squadra di 5 persone.
«La piattaforma raccoglie i dati da tutti i sistemi aziendali e restituisce proposte in tempo reale. Ci sta già dando risultati interessanti in tema di pianificazione della produzione, grazie alla capacità di prevedere con precisione la domanda e all’ottimizzazione dei livelli di stock. Ma questo è solo l’inizio. Il nostro impegno è costruire un’organizzazione guidata dai dati, capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e cogliere nuove opportunità», commenta il Manager.
Il vantaggio di un approccio data driven
Il nuovo tool di “stock alerting” è già in fase operativa, mentre le analisi dei costi e le raccomandazioni sono in fase di test. Seguiranno quindi altre applicazioni in una logica strategica “data driven”. Con questa soluzione digitale un’azienda multiplant e multicountry può trarre vantaggio dai dati digitali raccolti sul campo con l’IoT, integrati correttamente grazie alla soluzione digitale stessa. Che tra l’altro è “low code” e intuitiva.
«Prima disponevamo già di moltissimi dati. Solo a livello locale però. I dati poi eranjno disgiunti tra un sito e un magazzino e l’altro e dovevamo confrontarli manualmente con gran dispendio di tempo. Ora abbiamo accesso ai dati in modo integrato. Li visualizziamo e li mettiamo in correlazione in modo automatico. Così abbiamo la situazione delle scorte in tempo reale nei vari siti. Ci sono degli agenti AI che fanno i controlli e suggeriscono azioni tenendo conto di diverse variabili, tra cui costi, tempi e ora anche dazi», conclude Berna.
