Cresce al Sud la domanda di competenze specialistiche per favorire la transizione digitale ed energetica. Tecnici e ingegneri elettronici, energetici, informatici, dell’automazione, programmatori, esperti di soluzioni cloud, di intelligenza artificiale, IoT, machine learning ed esperti di economia circolare sono figure specializzate in cui, in questo momento, la domanda al Sud è più alta che al Nord: +45% a Messina, +40% a Reggio Calabria, +38% a Bari, +32 a Napoli e +31,9% a Cosenza/Catanzaro (dati Grafton).

«Stiamo assistendo a un trend in cui il Sud si afferma come ulteriore polo strategico nel settore manifatturiero. Le aziende che hanno investito e aperto nuove sedi produttive cercano competenze specifiche. Anche in questo comparto, però, la difficoltà nel reperire le figure adeguate rischia di rallentare questa corsa», commenta Francesco Manzini, amministratore delegato di Grafton, società di professional recruiting diGi Group Holding.
L’innovazione al Sud è trainata da investimenti di grandi aziende, fondi PNRR collegati alla transizione digitale ed energetica (Industria 4.0 e 5.0), nascita di spin-off universitari e startup innovative.
L’ecosistema che collega ricerca applicata, imprese, innovatori, sostegno pubblico e privato, si incontra a Messina il 16 e il 17 ottobre, in occasione della terza edizione del Sud Innovation Summit.
La due giorni riunirà i vertici di aziende innovative multinazionali, da Microsoft a Google Cloud, banche e fondi di investimenti, esperti di tecnologie avanzate, startupper, docenti e prevede momenti di incontro di domanda - offerta di personale qualificato.

«Il Sud Innovation è un’infrastruttura culturale e relazionale che lavora tutto l’anno per consolidare fiducia e generare continuità. L’obiettivo è sempre stato chiaro: dimostrare che grandi realtà innovative possono nascere qui, con le giuste connessioni e gli strumenti adatti - e ispirare altri a costruire le proprie», commenta Roberto Ruggeri, founder del movimento Sud Innovation e del Summit.
Il punto sull’attrattività del Sud per l’industria avanzata
Nell’occasione, venerdì 17, verrà presentato il Rapporto Sud Innovation 2025 (2a edizione), che farà il punto sull’attrattività del Sud per i profili con le competenze più avanzate. L’evento è seguibile in streaming.
«Le imprese ci chiedono sempre più figure specializzate in tecnologie digitali, ingegneria energetica e intelligenza artificiale, ma scontiamo la tendenza dei nostri giovani laureati a spostarsi nelle aree industriali del Nord Italia».
«Eppure le occasioni di occupazione qualificata non mancano neppure nelle sei regioni del Sud. Il nostro obiettivo come accademie è fare sempre più rete tra noi per attrarre fondi per la ricerca e, con le imprese, sviluppare progetti di ricerca applicata per favorire il trasferimento tecnologico della ricerca».

«A questo proposito cerchiamo di diffondere la formula dei dottorati industriali, in collaborazione con lo sponsor industriale perché i nostri dottorandi possono portare, con rigore scientifico, soluzioni pratiche sul campo. In questo modo favoriamo le ricadute positive sul territorio della formazione avanzata e il trasferimento delle nuove soluzioni digitali».
«L’innovazione non è un sistema chiuso, bisogna aprirsi e collaborare tra università, con le imprese e con gli altri Paesi. Puntiamo ad essere attrattivi anche verso giovani studenti e neolaureati del Sud del Mediterraneo e dell’Est asiatico». Le dichiarazioni sono di Daniela Baglieri, professoressa di Innovazione e Imprenditorialità all’Università degli Studi di Messina, prorettore alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico dell’ateneo fino al 2021.
Etna Valley al centro della strategia europea del silicio di carbonio
Catania, per esempio, è al centro della strategia europea dei microchip per la microelettronica. È stata scelta ad aprile 2024 come una delle quattro linee pilota di produzione dei semiconduttori di potenza (insieme a Francia, Germania e Belgio), nell’ambito dello European Chips Act.
La nuova linea è coordinata dal CNR, presso l’Istituto per la microelettronica e i microsistemi (CNR-IMM), che ha la sede principale proprio a Catania. Gli altri partner sono la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione ChipsIT e il consorzio interuniversitario IUNET, riuniti nel Consorzio Chip4Power.
Il CNR vanta una stretta collaborazione con StMicroelectronics, che sta realizzando a Catania un nuovo impianto, che produrrà semiconduttori in carburo di silicio (SiC) da 200 mm per dispositivi e moduli di potenza, oltre ad attività di test e assemblaggio.
Con un investimento da 5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi dallo Stato italiano nell’ambito del Chips Act europeo, lo stabilimento dovrebbe entrare in funzione nel 2026 e genererà 2.000 posti di lavoro. Non solo supporterà la crescente domanda di dispositivi SiC nelle applicazioni automobilistiche, industriali e infrastrutturali, ma rappresenterà anche un centro di eccellenza per l’innovazione e la ricerca nel campo del SiC.
Opportunità nelle energie rinnovabili
«Cresce la richiesta di ingegneri energetici sia per i processi di decarbonizzazione delle raffinerie del siracusano, sia per sviluppare progetti eolici offshore, come quelli in corso in Puglia e nei porti siciliani che diventeranno degli hub per la transizione energetica», commenta la professoressa.
E intanto a Catania la Gigafactory 3SUN è il più grande produttore di celle e moduli solari in Europa, con circa 600 dipendenti (metà di quali assunti tra il 2023 e il 2024) e piani di espansione che porteranno alla creazione di circa mille nuovi posti di lavoro diretti e altrettanti nell’indotto.
Nel 2024, 3SUN ha infatti ottenuto l’autorizzazione all’utilizzo di circa 90 milioni di euro provenienti dalle risorse destinate alla transizione verde dal PNRR e, già nel 2022, l’Unione Europea aveva sostenuto il progetto “Gigafactory”, con un contributo a fondo perduto di 89 milioni di euro. L’obiettivo era di raggiungere i 3GW di produzione di pannelli fotovoltaici l’anno.
Nei due anni successivi, l’azienda controllata da Enel ha ampliato il proprio portafoglio di prodotti e ha raddoppiato lo stabilimento produttivo con un nuovo edificio di 150.000 metri quadrati, per permettere la produzione su ampia scala delle nuove tecnologie fotovoltaiche e continuare la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative.
