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Efficienza energetica: Italia in buona posizione, ma senza investimenti stabili il traguardo UE è lontano

Serve una visione di lungo termine per centrare gli obiettivi del 2030. Investimenti in calo, incertezza normativa e barriere culturali rallentano la transizione energetica, nonostante il potenziale esistente.

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Nicoletta Buora

L’Italia si colloca al quinto posto in Europa per efficienza energetica, con un Energy Intensity Index migliore del 16% rispetto alla media UE e una riduzione dell’8% nei consumi residenziali pro capite. Tuttavia, la traiettoria di crescita è troppo lenta per raggiungere gli ambiziosi target fissati dall’Unione Europea al 2030.

Secondo l’Energy Efficiency Report 2025, curato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, gli investimenti nazionali in efficienza energetica sono in calo: dai 75-85 miliardi del 2023 ai 58-66 miliardi previsti per il 2024, con una concentrazione ancora marcata sul comparto residenziale, seppur in flessione.

Vanno potenziate e rese stabili le misure incentivanti, che hanno dimostrato di essere determinanti nel guidare gli interventi,” ha dichiarato Federico Frattini durante la presentazione del report. “L’incertezza normativa ha rappresentato finora un ostacolo alla pianificazione di lungo periodo, mentre è fondamentale disporre di un quadro coerente e duraturo, capace di mobilitare capitali e accompagnare la transizione energetica nei vari settori”.

Secondo lo scenario più ambizioso delineato dal report, per raggiungere il target UE di 93 Mtep di consumi finali entro il 2030 sarebbero necessari investimenti complessivi di circa 308 miliardi di euro. Una cifra oggi lontanissima dalla realtà.

Settori a confronto: residenziale in calo, industria più stabile

Andamento degli investimenti cumulati nel periodo 2024-2030 secondo lo scenario obiettivi UE (E&S Group - Politecnico Milano)

Nel 2024 il settore residenziale registra un forte calo di investimenti, passati da 44-49 miliardi del 2023 a 29-32 miliardi. Più stabili i comparti industriali, con investimenti tra i 2,3 e i 2,7 miliardi, soprattutto in fotovoltaico (+26%), pompe di calore e sensoristica. In calo gli interventi su processi produttivi e sistemi ad aria compressa (rispettivamente -68% e -57%).

Cittadini e imprese: cresce l’interesse, ma restano le barriere

Un’indagine condotta con Doxa su 2.500 cittadini ha rilevato che l’85% ha effettuato almeno un intervento di efficientamento negli ultimi cinque anni, puntando su soluzioni accessibili come caldaie a condensazione e illuminazione smart. Tecnologie più complesse, come il fotovoltaico o i sistemi di accumulo, sono meno diffuse.

Tra le 250 imprese intervistate, il 70% ha investito principalmente in soluzioni hardware consolidate, come illuminazione efficiente e autoproduzione di energia.

Curiosamente, le Pmi hanno investito più delle grandi imprese in proporzione, con un aumento medio del 22%, segno di una maggiore reattività del tessuto imprenditoriale medio.

Oltre la tecnologia, i comportamenti virtuosi

Accanto agli investimenti tecnologici, cresce il ruolo dell’efficienza organizzativo-comportamentale. Secondo l’IEA, comportamenti consapevoli potrebbero contribuire al 20-25% dei risparmi globali al 2050, evitando fino a 2 gigatonnellate di CO₂ entro il 2030.

Tuttavia, solo il 15% delle aziende italiane premia i dipendenti per buone pratiche energetiche, e il 65% non monitora i risultati degli interventi organizzativi.

Efficienza energetica: Italia in buona posizione, ma senza investimenti stabili il traguardo UE è lontano - Ultima modifica: 2025-07-14T17:23:36+02:00 da Nicoletta Buora