Crisi di liquidità e ritardi nei pagamenti da parte delle pubblica amministrazione stanno creando non pochi problemi alle aziende che, negli ultimi anni, faticano anche ad accedere al credito bancario. Una situazione di evidente difficoltà per chi, oltre a dover fronteggiare le spesi correnti, vorrebbe investire per la propria crescita.
Da tempo, quindi, si sta affermando il cosiddetto factoring, ovvero la cessione a una società specializzata (spesso emanazione di realtà bancarie) parte dei propri crediti. In pratica la società che si accolla il credito (con la possibilità di assumersi anche il rischio d'insolvenza), salda in anticipo le fatture in attesa di pagamento, trattenendosi però una percentuale. É questa un'opportunità di finanziamento sempre più apprezzata dalle realtà italiane, al punto che il factoring è cresciuto del 22% lo scorso anno, arrivando a sfiorare i 170 miliardi di euro.
Anche la suddivisione territoriale del factoring rispecchia la geografia economica italiana, in quanto un terzo dei crediti ceduti è riferito a imprese lombarde, seguite da quelle di Lazio e Piemonte. Nella graduatoria dei debitori, l'ordine è invece differente in quanto la maggior parte dei debitori ha sede in Lazio, Lombardia e Campania. Un'ulteriore conferma dell'incidenza dei crediti delle Pa. Infatti, come ha confermato Alessandro Carretta, segretario di Assifact, il 30% dei crediti ceduti alle società specializzate fa riferimento ai ritardi nei pagamenti da parte dell'amministrazione pubblica.
Adesso i debiti si cedono
É in crescita il factoring, ovvero la pratica di cedere parte del proprio credito a società specializzate
