La chiusura della centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, imposta ieri dal giudice per le indagini preliminari di Savona su istanza della Procura, è giustificata da un “nesso tra emissioni e morti”. I consulenti del Ministero dell'Ambiente e della Procura, inoltre, avrebbero riscontrato il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Autorizzazione integrata ambientale e l'assenza del “sistema di monitoraggio a camino”. Condizioni che avrebbero causato oltre 400 morti sospette tra il 2000 e il 2007.
L'ordinanza, in particolare, prevede uno spegnimento temporaneo dei gruppi a carbone, con la possibilità di riattivarli non appena introdotte le tecnologie adeguate a ridurre i rischi per la popolazione. Secondo la Procura, proprio i fumi della centrale avrebbero infatti causato “tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012”.
I danni causati dalle centrali a carbone di vecchia generazione e privi di adeguate tecnologie per l'abbattimento dei fumi, del resto sono noti da tempo ed evidenziati da un recente studio commissionato da Greenpeace all'università di Stoccarda. Un documento dal quale emerge che proprio questi impianti causerebbero, solo in Europa, oltre 22mila morti premature l'anno, con 5 milioni di giorni di lavoro persi e miliardi di euro spesi in terapie. In questo ambito, in particolare, è interessante ricordare che dalle 300 più grandi centrali europee a carbone proviene un quarto di tutta l'elettricità generata nell'Ue, ma questo combustibile è responsabile di più del 70% delle emissioni di diossido di zolfo e di più del 40% di ossido di azoto, oltre che dell'emissione di polveri sottili e altri inquinanti fra cui il mercurio e un quarto delle emissioni di CO2 europee.
Morti per il carbone
Le centrali a carbone sarebbero colpevoli di migliaia di morti in Europa
