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Digital Omnibus, il Regolamento che semplifica il mercato digitale europeo

La proposta di Regolamento Digital Omnibus, presentata il 19 novembre 2025, ha l’obiettivo di uniformare le normative europee e creare un percorso di semplificazione anche burocratica per le imprese, con un abbattimento di costi e oneri. Offrendo, soprattutto, maggiori certezze.

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Marianna Capasso

“A new drive to simplify, clarify and improve the EU acquis, as a key measure to support the EU’s competitiveness”. Una frase chiave, riportata in apertura dell’Explanatory Memorandum, nella Proposta di Regolamento COM 2025/837. Che racchiude, perfettamente, l’intento dell’UE: modificare gli attuali strumenti normativi, per avviare un percorso di semplificazione.

Adottato il 19 novembre 2025, dopo mesi di lavoro e consultazioni, l’Atto della Commissione opera in accordo con le linee politiche 2024-2029 della Presidente von der Leyen. Dalle quali emerge la necessità di rendere la legislazione comunitaria più semplice, meno costosa e proiettata verso l’innovazione. Mantenendo però standard elevati.

La necessaria revisione nella proposta di Regolamento Digital Omnibus

La proposta di Regolamento (anche nota come Digital Omnibus) prevede una serie di modifiche tecniche a diversi strumenti legislativi digitali. Semplificandoli e armonizzandoli. Saranno ridotti gli oneri amministrativi per le imprese e verrà introdotto un “single-entry point” per la segnalazione di incidenti. Si procederà con l’abrogazione di legislazioni oramai obsolete, dannose per l’ottimizzazione dell’efficacia normativa, in ambito digitale.

In questo modo si eviteranno sovrapposizioni e conflitti di competenza. Si punterà poi a garantire una coerenza terminologica, procedurale e sanzionatoria.

Il risultato? Non solo un ambiente normativo più sano e fruibile. Ma anche un risparmio economico per le imprese – stimato intorno al miliardo di euro una tantum, subito. E quattro miliardi da qui al 2029.

Il Digital Omnibus e l’integrazione normativa

Semplificazione e modernizzazione strutturale, per la creazione di un ambiente digitale più efficiente, sicuro e competitivo. Capace, allo stesso tempo, di affrontare comunque al meglio le sfide tecnologiche e normative, di oggi e di domani. È questo il primo degli obiettivi del Digital Omnibus, che punta a riorganizzazione il quadro normativo digitale europeo, senza penalizzare però né l’efficacia né la trasparenza delle legislazioni già in atto.

Quando sarà pienamente operativo, dopo l’iter che lo vedrà protagonista, il Digital Omnibus provvederà a integrare e ristrutturare più normative, tra cui il Data Governance Act (Reg. UE 2022/868), il Free Flow of Non-Personal Data Regulation, la Direttiva Open Data e anche il Data Act.

Sarà così possibile ridurre la frammentazione normativa. Ma anche alleggerire gli adempimenti, che spesso si sovrappongono inutilmente.

La sicurezza digitale nel Digital Omnibus

Tra le varie previsioni, il Digital Omnibus si concentra anche sulla questione cybersecurity. In un quadro semplificato, imprese e cittadini potranno muoversi con maggiore leggerezza, senza subire gli eccessivi oneri della burocrazia. E potranno contare su una sicurezza informatica più strutturata.

È infatti molto interessante l’aspetto relativo agli avvisi degli incidenti di sicurezza secondo il principio “segnala una volta, condividi molte”. Con l’introduzione del “punto di ingresso unico”, gestito da ENISA.

Le proposte legislative del Digital Omnibus saranno sottoposte al Parlamento europeo e al Consiglio, nei prossimi mesi. Nel mentre, fino all’11 marzo 2026, resterà aperta la consultazione pubblica sul Digital Fitness Check – con l’obiettivo di valutare la coerenza e l’impatto cumulativo delle norme digitali, in ambito UE. Tradotto: il quadro normativo frena la competitività? L’UE, in tal senso, è determinata. Punta a ridurre oneri amministrativi di almeno 25 punti (35 per le PMI) entro fine 2029. Per uno scenario concorrenziale al massimo.

La posizione dell’Italia sul Digital Omnibus

In tutto ciò, qual è la posizione dell’Italia? C’è forte interesse sulle novità in corso. E se ne è parlato anche durante l’evento organizzato da Adnkronos “Intelligenza umana, supporto artificiale”, il 27 novembre 2025, a Roma.

In tale occasione il Digital Omnibus è stato più volte menzionato. Soprattutto durante l’intervista ad Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega all’Innovazione.

A proposito del Digital Omnibus, il Governo sembra apprezzare fortemente lo sforzo dell’UE. E sottolinea l’importanza di promuovere, però, un equilibrio anche alla luce della situazione globale. Dove Stati Uniti, Cina, India, e Brasile appaiono competitor di elevato livello. Intanto Palazzo Chigi si pone in una posizione di “attesa e studio”, alla luce delle recenti novità.

A settembre del 2025, infatti, il Paese ha pubblicato la Legge italiana sull’AI, strumento unico nel suo genere, a livello europeo.  Che, però, nei prossimi mesi sarà probabilmente oggetto di revisione. Di un necessario “tagliando”, come specifica Butti, per allinearsi alla volontà europea e adattarsi alle novità normative introdotte con il Digital Omnibus.

AI e Quantum, “idea e muscolo”

Il Sottosegretario, poi, offre anche un differente punto di vista. Per quanto l’AI sia uno strumento di trasformazione della PA e dell’operato delle imprese, non bisogna dimenticare il ruolo sempre più predominante del Quantum – anche alla luce della strategia nazionale sviluppata dal Bel Paese. Con la massimizzazione di opportunità e innovazione.

Il legame tra le due tecnologie (AI come idea e Quantum come muscolo) si fa sempre più saldo, con il calcolo quantistico in grado di potenziare l’innovazione promossa con l’intelligenza artificiale. In questo contesto, si inserisce anche l’AI Act, che si distingue come quadro regolatorio capace di influenzare la competitività e l’innovazione. E di tutelare, allo stesso tempo, i cittadini europei.

Ovviamente, la crescita esponenziale di un utilizzo sempre maggiore dell’AI influenzerà anche i modelli di business aziendali. Che andranno ridisegnati, inglobando al loro interno i servizi di intelligenza artificiale.

Lo stanno già facendo le maggiori aziende e big tech: Meta, Sony, Google, Open Ai e tanti altri (presenti all’evento). Ma l’AI impatterà anche sull’organizzazione del lavoro e sul capitale umano, in senso positivo. Sarà una leva di competitività e valorizzerà le competenze.

Digital Omnibus, il Regolamento che semplifica il mercato digitale europeo - Ultima modifica: 2025-12-04T11:57:44+01:00 da Marianna Capasso