La nuova divisione di KFI, Robotic & Hybrid Warehousing (RHW), nasce da una tensione che oggi attraversa tutto il comparto logistico: la crescita dei flussi a fronte di una carenza sempre più marcata di personale. “Le aziende vedono problemi costanti: bisogna reclutare, formare e trattenere personale. I costi aumentano e durante i picchi stagionali il problema diventa dieci volte più grande”.
La robotica mobile non è semplicemente un modo per ridurre i costi, ma uno strumento per riequilibrare una pressione ormai insostenibile. Le attività più ripetitive e fisicamente impegnative vengono affidate alle macchine, mentre all’uomo rimane il valore dell’intelletto, del controllo e del decision making.
“Una cooperazione ragionata, fisica, tra uomo e robot”, sintetizza Antonino Lanza, alla guida della nuova divisione dedicata alla robotica mobile di KFI. “In risposta a una crisi strutturale fatta da manodopera scarsa e flussi in crescita”.
L'adozione di modelli ibridi di automazione
Secondo KFI, l’adozione di modelli di forza lavoro ibrida consente di ridurre i costi operativi fino al 50%, aumentare la produttività di oltre il 30% e migliorare la sicurezza sul lavoro del 40%.
Le applicazioni più diffuse riguardano tre aree chiave: l’inbound, con la robotizzazione dei flussi di ricevimento e stoccaggio merci; il fulfillment, dove la collaborazione uomo-robot consente l’allestimento degli ordini più rapido e accurato; l’outbound, in cui i processi robotizzati di consolidamento, verifica e conferimento in uscita riducono tempi di spedizione e errori.
“Nei magazzini che adottano soluzioni di Hybrid Workforce, i tempi di ciclo possono ridursi fino al 45%”, aggiunge Lanza.

Dal magazzino tradizionale alla robotica mobile
“L’idea è quella di trasformare un magazzino tradizionale in un magazzino di tipo automatico, ma non nella concezione ad oggi nota di automazione fissa”, spiega Lanza.
L’obiettivo non è sostituire l’impianto esistente, ma innestare flussi robotizzati all’interno di un layout immutato. Lo scopo è chiaro: l’azienda può introdurre gli AMR (Autonomous Mobile Robots) senza ripensare da zero processi, strutture o infrastrutture.
“Il magazzino rimane esattamente identico e l’investimento può essere modulato, agendo prima su un flusso, poi su un altro”. Si tratta di un approccio “brownfield” in grado di rendere praticabile l’automazione anche per strutture che non potrebbero permettersi un impianto rigido e monolitico.
Il ruolo della robotica mobile per l'automazione del magazzino
Lanza sottolinea che gli AMR sono oggi la naturale evoluzione degli AGV industriali. A differenza dei predecessori, però, non richiedono infrastrutture fisse e possono muoversi sfruttando la propria sensoristica.
“La logistica assorbirà più robot della produzione industriale: dal 2024 ha già superato quei volumi e la crescita prevista è oltre il 35% anno su anno”.
Le applicazioni si stanno moltiplicando. In alcuni contesti - come l’ingresso e l’uscita merci o la movimentazione roll nei centri distributivi - il processo può essere completamente automatizzato. In altri casi, soprattutto nel picking, entra in gioco l’ibridazione.
“Dobbiamo combinare l’uomo con il robot. Oggi l’operatore guida il mezzo che carica; domani ci sarà una flotta che gira intorno e più operatori che caricano o scaricano più robot”. Per farlo serve un software capace di sincronizzare flussi indipendenti, orchestrando l’incontro tra uomo e AMR.
Al proposito, Lanza spiega che KFI ha sviluppato una piattaforma dedicata che informa l’operatore tramite sistemi vocali, mantenendo le mani libere.
Robotica mobile: ottime previsioni di crescita
Se ad oggi i casi applicativi di soluzioni native per la “hybrid picking orchestration”, cioè l’orchestrazione complessa uomo-robot descritta da Lanza, in futuro sono destinati ad aumentare. Tra le altre, le previsioni di DHL, Gartner e Interact Analysis confermano che la robotica mobile sarà la tecnologia più adottata nei prossimi 5 anni e che l’automazione ibrida sarà la forma dominante nelle realtà brownfield, ovvero la maggioranza dei magazzini europei.
Il mercato globale degli AMR rappresenta oggi uno dei segmenti più dinamici dell’automazione industriale. Secondo il report 2024 di Interact Analysis, il valore complessivo del mercato AMR e AGV ha superato i 15 miliardi di dollari, con previsioni di crescita annuale del 16,2% fino al 2030. L’Europa detiene circa il 28% della quota di mercato globale, con Germania, Francia e Italia come principali poli di adozione.
Scalabilità e flessibilità: il potere degli AMR
Uno dei vantaggi più potenti degli AMR è la possibilità di scalare la flotta in funzione dei volumi, arrivando perfino al noleggio temporaneo di robot per i picchi stagionali. “Questo flessibilizza tantissimo l’impiego dell’automazione, che per definizione è sempre stata molto rigida”.
Naturalmente, l’introduzione degli AMR non è priva di complessità. “Servono formazione, comunicazione interna e un progressivo accompagnamento degli operatori”, precisa Lanza.
La robotica, però, non sottrae competenze: le cambia. “Sgraviamo il personale da attività pesanti e ripetitive e facciamo crescere il livello qualitativo del lavoro. Un fattore decisivo anche sul fronte della attrattività dei ruoli”. Il manager conclude con un dato: “l’80% delle risorse umane impiegate nelle attività logistiche riguarda operazioni che gli AMR possono supportare”.
