Tra i protagonisti di quelle che nel settore petrolchimico assumo spesso i contorni epici della grande impresa, c'è Saipem, che da tempo ha intrapreso azioni programmatiche mirate per ottimizzare l'integrazione dei concetti di energia rinnovabile e stoccaggio energetico con le operazioni Oil&Gas per la produzione di idrocarburi, sia a terra che a mare.
Il ruolo strategico delle infrastrutture di trasporto
Uno degli ambiti in cui opera Saipem è l'attività di costruzione di infrastrutture di trasporto, che nella catena di valore del petrolchimico costituisce un passaggio molto delicato e dal forte impatto ambientale. Saipem possiede quella che é considerata una delle più grandi navi posatubi al mondo, equipaggiata con le più sofisticate tecnologie di controllo: il Castorone.
L'azienda ha appena annunciato il raggiungimento di un importante traguardo nel progetto Scarborough Energy Project al largo dell’Australia con il completamento delle attività di installazione della trunkline, grazie appunto alla nave ammiraglia Castorone.
Castorone: una nave ammiraglia tecnologica

"Il Castorone" ci spiega Andrea Chiaborelli, Project Director di Saipem "è una delle navi posatubi più grandi al mondo essendo lunga circa 330 metri e larga circa 40 e una delle più avanzate tecnologicamente. Costruita nel 2012, è provvista di un sofisticato sistema di posizionamento dinamico di classe 3 a 8 propulsori che garantisce la navigazione e lo stazionamento anche in condizioni meteorologiche avverse. È, inoltre, dotata di due veicoli sottomarini a comando remoto, ROV (Remotely Operated Vehicles), robot subacquei sviluppati da Sonsub, il centro di eccellenza Saipem per le tecnologie subacquee, impiegati per lavori di costruzione, manutenzione, monitoraggio e raccolta dati in acque ultra-profonde."
Un paese galleggiante: a bordo possono vivere e lavorare oltre 600 persone, impiegate nelle operazioni e nelle attività di supporto e manutenzione del mezzo.
Il traguardo nel progetto Scarborough
"In seno al progetto Scarborough Energy Project" spiega ancora Chiaborelli "l'equipe a bordo del Castorone è riuscita a installare al largo dell’Australia una trunkline di 433 km composta da circa 36.000 tubi a una profondità fino a 1400 metri, in un tempo assolutamente contenuto".
Tra le tecnologie più avanzate di cui è dotato il Castorone ci sono sistemi di saldatura di ultima generazione sviluppati da Saipem Welding System per l’automazione del processo di saldatura che operano in combinazione con sistemi avanzati e qualificati NDT, ovvero test di tipo non distruttivo (NDT-Non Destructive Test) e rivestimento dei giunti. Il Castorone è anche equipaggiato con sistemi di monitoraggio e controllo dei parametri di varo essenziali per la posa del tubo e di software per il calcolo in tempo reale delle tensioni e delle deformazioni nel tubo durante il varo che assicurano il rispetto dei criteri di qualità e guidano la attività della nave, relativamente alla movimentazione e alla configurazione degli equipment di varo.
Automazione e sicurezza nella movimentazione dei tubi
La movimentazione dei tubi sul Castorone avviene in modo automatizzato con l’ausilio di elevati sistemi di sicurezza per prevenire incidenti legati ai tubi in movimento.

Per il progetto Scarborough è stato utilizzato per la prima volta da Saipem un prototipo progettato e costruito insieme ai partners impegnati sul progetto per il trasferimento tubi "hands-free" dalle navi supporto al Castorone per ovviare al ricorso alle persone fisiche in prossimità dei tubi durante i sollevamenti e ridurre i rischi associati. Tale sistema verrà ulteriormente implementato nelle applicazioni future.
Infine, il Castorone è dotato di un sistema di distribuzione della potenza che permette l'ottimizzazione dell'utilizzo dei generatori e un consumo di carburante ridotto a parità di condizioni meteorologiche e di tensioni del tubo richieste. Saipem, particolarmente sensibile all’impatto ambientale e a ridurre al minimo la propria impronta carbonica nei progetti in cui è coinvolta, utilizza infatti sulla sua flotta anche servizi di ottimizzazione della rotta sulla base di bollettini meteorologici in tempo reale.
Risultati di questa portata non si possono raggiungere se non grazie a una rete di collaborazioni e partnership tecnologiche di alto profilo.
Collaborazioni e tecnologie proprietarie
Saipem ha numerose collaborazioni tecnologiche in essere con varie aziende e istituti; tuttavia, molte tecnologie applicate sono state sviluppate prevalentemente all’interno del Gruppo Saipem; un esempio è l’innovativa tecnologia IAU (Integrated Acoustic Unit), tecnologia proprietaria Saipem che è stata utilizzata per la prima volta proprio sul Castorone per il monitoraggio acustico interno per garantire l’integrità della condotta.
Inoltre, la costruzione della trunkline del progetto Scarborough è stata supportata da due Working Class ROV Innovator operativi 24h su 24h in acque profonde. I ROV (Remote Operating Vehicle) fanno parte della flotta sviluppata da Sonsub, il centro di eccellenza di Saipem per le tecnologie e la robotica subacquea.
Digitalizzazione e robotica subacquea
Sonsub ha anche interamente supportato la digitalizzazione per il progetto Scarborough, creando un sistema ad hoc per la raccolta e gestione dei principali dati durante le varie fasi di fabbricazione e varo della linea (approccio desk-to-seabed).
Tale sistema promuove il controllo della qualità ed efficienza dei principali processi produttivi e un monitoraggio efficace dell’integrità durante la fase esecutiva del progetto abilitando così il dry precommissioning della linea, rispetto ai sistemi tradizionali di precommissioning che prevedono l’utilizzo di acqua e inibitori. Il database ottenuto può essere considerato un digital twin della condotta pronto ad essere trasferito alla fase di operazione e manutenzione. I dati sono stati organizzati secondo standard che efficientano le interfacce sia verso i contrattisti che il cliente.
La gestione dei dati prodotti durante la costruzione rappresenta la fase più critica perché la maggiore parte delle informazioni sono “live data” acquisiti da differenti sistemi di automazione e sensori a bordo del Castorone.
Dry Comm: un nuovo standard per la sostenibilità
Nel progetto Scarborough, infine, è stato introdotto per la prima volta nelle operazioni offshore in Australia il requisito di Dry Comm, un nuovo standard che permette di eliminare la pulizia e le prove idrauliche e garantisce un uso più responsabile ed efficiente dell'acqua. La sua applicazione costituisce una pietra miliare nella gestione delle risorse idriche, nell’impatto sull’ambiente e nella promozione della sostenibilità, in un paese noto per le sue sfide climatiche, la scarsità idrica e dove l’attenzione all’impatto sull’ambiente è molto elevata.
