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Resto al Sud 2.0, l’agevolazione per un’imprenditoria giovane

In occasione di MECSPE Bari, vetrina di idee e ispirazione per i giovani, ripercorriamo le caratteristiche della misura destinata agli under 35, che offre voucher e contributi per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali.

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Marianna Capasso

Il 27 novembre si apriranno le porte dell’edizione 2025 di MECSPE Bari. La manifestazione dedicata all’industria manifatturiera, con la sua fabbrica digitale, sostenibile e innovativa. Un’occasione di business e networking che, tra un padiglione e l’altro, con i suoi 13 saloni espositivi, offre idee e spunti alle imprese.

Come per gli anni passati, le eccellenze della filiera non sono solo il simbolo dell’elevato grado di expertise raggiunto dalle imprenditorie italiane. Ma offrono stimoli anche a chi ha un progetto. Il MECSPE, infatti, rappresenta per i giovani un’opportunità di ispirazione: partecipano, elaborano nuove idee e danno avvio ai loro progetti imprenditoriali. Soprattutto al Sud, un territorio in forte fermento.

Le nuove idee dei giovani, però, hanno anche bisogno di risorse economiche per concretizzarsi. E allora, in occasione della manifestazione, ripercorriamo i punti salienti di una agevolazione nuova, ma non troppo. Una misura nata dalle ceneri di uno strumento già conosciuto, con la conversione in Legge del DL Coesione di luglio 2024 (art. 17 e 18). Parliamo della nuova versione di Resto al Sud, con quel suo “duepuntozero” che ha il sapore dell’innovazione e della modernizzazione.

I giovani e il Sud nel nuovo (ma già noto) incentivo

Resto al Sud 2.0 ricalca la precedente disciplina ma si differenzia principalmente per la platea di destinatari. Che ora è composta da giovani under 35 (e precisamente tra i 18 ed i 35 anni non ancora compiuti). Con specifici requisiti, nel momento della presentazione della domanda. Ovvero, disoccupati, inoccupati o inattivi. O in “condizioni di marginalità e vulnerabilità sociale o discriminazione”, secondo quanto disposto dal PN GDL.

Le risorse ammontano a 356,4 milioni di euro. E la copertura geografica si estende alle 8 Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Inoltre, con la recente estensione della ZES unica anche alle regioni Marche e Umbria, la materia potrebbe cambiare nuovamente per le imprese di queste due regioni.

Resto al Sud 2.0: come richiedere il voucher

L’agevolazione assume la forma di voucher o contributo. Il primo può arrivare a 40mila euro, con un possibile incremento di 10mila nel caso di iniziative caratterizzate da un importante contenuto di innovazione o sostenibilità ambientale. Ovvero, beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali. O anche beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.

La maggiorazione dei 10mila euro va richiesta in sede di domanda. E sarà concessa qualora almeno 5mila euro siano utilizzati per finanziare consulenze tecnico-specialistiche fornite da ETS (iscritti al RUNTS). Sempre per innovazione, prototipazione o certificazioni ambientali.

In alternativa, ecco come richiedere il contributo

In alternativa al voucher, è possibile richiedere un contributo, con una percentuale variabile a seconda dell’ammontare delle spese. Per gli investimenti fino a 120mila euro, il contributo arriva a coprire fino al 75% dei costi, ma scende al 70% nel caso di investimenti tra i 120mila e 200mila euro.

Ma quali sono, di preciso, queste spese ammissibili? Sono agevolabili le spese per:

  • macchinari
  • impianti
  • attrezzature e arredi nuovi di fabbrica
  • programmi informatici
  • immobilizzazioni immateriali
  • consulenze tecnico-specialistiche.

Anche le opere edili (interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria), con la limitazione del 50% sul totale, sono riportate nelle spese ammesse e coperte. Le consulenze tecnico-specialistiche degli ETS (e mai le consulenze generiche) possono altresì fare parte delle voci di costo, ma con la limitazione del 30% sul totale. È poi coperta anche la formazione e il tutoraggio.

Come ottenere l’agevolazione di Resto al Sud 2.0?

Con le recenti modifiche, nella sua versione 2.0 Resto al Sud è diventata una agevolazione più restrittiva. Se prima vi rientravano gli under 56, ora è prettamente dedicata ai giovani inoccupati e ai lavoratori “working poor”. Quelli, cioè, con un reddito così basso da non essere soggetti a IRPEF. I richiedenti dovranno avviare una attività di lavoro autonomo. Con l’apertura di partita IVA, impresa individuale o in forma societaria.

Sono ammesse anche le compagini già costituite, ma da meno di 30 giorni rispetto al momento della presentazione della domanda. Le società costituite da maggior tempo possono beneficiare dell’agevolazione, anche qualora i soci non posseggano i requisiti richiesti. Sarà infatti possibile presentare domanda se il controllo e l’amministrazione societaria siano detenute dai soggetti con le caratteristiche richieste dalla normativa.

In tutti i casi, ogni soggetto (fisico o giuridico) potrà presentare una sola domanda agevolativa. E riprovarci una sola volta, nel caso di rigetto. Non c’è un limite temporale per presentare l’istanza, da veicolare sul portale di Invitalia, il Soggetto Gestore della misura. Lo sportello è stato aperto il 15 ottobre 2025, e chiuderà solo con l’esaurirsi delle risorse.

Intanto al Nord c’è l’autoimpiego

Alle imprese delle altre Regioni, da Nord fino a metà Penisola, ci pensa il Bando Autoimpiego Centro Nord. Senza limiti temporali, con l’obbligo di realizzare l’investimento entro 9/12 mesi dalla data del provvedimento di concessione. Anche in questo caso, i destinatari sono i giovani under 35, con caratteristiche specifiche (inattività, inoccupazione, disoccupazione e working poor).

L’agevolazione consiste in un voucher o un contributo, per spese in beni strumentali. Sono comunque previsti costi con limitazioni (opere edili e consulenze, rispettivamente non oltre il 50 e 30 per cento del totale). Rispetto a quanto previsto da Resto al Sud 2.0, le percentuali del contributo sono più basse. Ovvero 65% e 60%, a seconda delle fasce di investimento (fino a 120 mila euro e da 120mila a 200mila), per il contributo.

Per il voucher, invece, il limite massimo ammonta a 40 o 30 mila euro, a seconda che siano previsti o meno acquisti di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali. Anche per la misura Autoimpiego la domanda va presentata sul portale di Invitalia. E la procedura è valutativa a sportello. I destinatari potranno beneficiare di punteggi aggiuntivi, nel corso dell’istruttoria, e di trattamenti preferenziali e premialità.

Resto al Sud 2.0, l’agevolazione per un’imprenditoria giovane - Ultima modifica: 2025-11-19T09:19:51+01:00 da Marianna Capasso