Una “ricevuta di indisponibilità”. Così il MIMIT annuncia, con Decreto direttoriale del 6 novembre 2025 la fine del Piano Transizione 5.0. Alle imprese che, successivamente alla data di pubblicazione dell’atto ministeriale, presenteranno una comunicazioni di prenotazione del credito di imposta, verrà inviata una ricevuta di indisponibilità.
Le risorse, quindi, sarebbero terminate. Il direttoriale, però, appare possibilista. Qualora dovessero rendersi disponibili nuovamente, il GSE informerà le imprese. Secondo l’ordine cronologico di invio delle richieste. Ma cosa è successo? Perché questo colpo di scena se fino a settembre 2025, da più parti, si parlava di fondi in eccesso e inutilizzati?
Transizione 5.0, nonostante la modifica in Legge di Bilancio 2025, non era decollata. A discapito dei tagli accorsi al Piano 4.0. E il ricorso all’agevolazione appariva nettamente inferiore alle aspettative. E poi? La risposta arriva da Bruxelles. E, precisamente, dalla rimodulazione del PNRR.
L’annuncio del MIMIT e la fine di Transizione 5.0
Un Decreto con una sfilza di premesse (tra “visto” e “vista”). E qualche considerando, tra cui l’ultimo, che chiarisce il tutto. Le comunicazioni effettuate dalle imprese hanno superato il nuovo stanziamento complessivo della misura. Sì, perché la disponibilità economica è cambiata. I tanto decantati 6,3 miliardi di euro sono diventati 2,5. Con la revisione del PNRR.
A fine settembre 2025, infatti, la Cabina di Regia aveva avanzato una proposta di modifica del Piano, ottenendo il consenso del Parlamento agli inizi del successivo ottobre. E, al momento, si attende il placet di Bruxelles. Il nuovo PNRR, l’ultimo definitivo considerando la deadline di agosto 2026, divergerà dal precedente per circa 14 miliardi di euro. E il Piano Transizione 5.0 è direttamente coinvolto.
Le risorse inutilizzate del Piano Transizione 5.0
Le novità apportate con il nuovo PNRR interesseranno in maniera diretta il Piano Transizione 4.0 e il Piano Transizione 5.0. In particolare, quest’ultimo è stato collocato tra le misure da rimodulare finanziariamente, per la pessima capacità di assorbimento mostrata.
A fine settembre risultavano utilizzati poco più di 2 miliardi di euro, sui 6,3 a disposizione.
Alla luce dei dati – e considerando l’impossibilità, da parte delle imprese, di un utilizzo del quantum inizialmente ipotizzato – è stato deciso di destinare parte del budget ad altro. Circa 3,8 miliardi.
Per finanziare il nuovo piano di incentivi del 2026, con il grande ritorno dell’iperammortamento al posto del credito d’imposta.
Le imprese e il credito d’imposta 5.0: cosa cambia, ora?
E arriviamo al colpo di scena, anche se non del tutto inaspettato. Agli inizi di novembre 2025 è stata registrata una forte impennata delle domande per Transizione 5.0. Plausibile, considerando i tempi tecnici dell’incentivo. Ma, a conti fatti – quindi alla luce della nuova disponibilità economica revisionata – le risorse sono terminate. Con un esubero anche di 300 milioni (2,8 miliardi contro i deliberati 2,5).
Preso atto del fatto, il MIMIT ha dovuto darne comunicazione. Non ha però bloccato la possibilità di prenotare il credito.
- Dal 7 novembre 2025 e fino al prossimo 31 dicembre le imprese potranno ancora agire in tal senso.
- Le prenotazioni saranno considerate validamente depositate e daranno luogo al rilascio di una ricevuta. Ovviamente, senza certezze di veder accolta però la richiesta.
- Qualora la situazione dovesse “cambiare”, le prenotazioni verranno gestite in ordine cronologico.
Ma, di preciso, cosa potrebbe succedere? Il MIMIT considera due diverse possibilità:
> lo scorrimento delle domande
> l’attivazione di ulteriori risorse.
Nondimeno, è ancora tutto in fieri. Le imprese che, invece, hanno già presentato domanda possono (teoricamente) dormire sonni tranquilli. Tutte le altre devono solo sperare in un 2026 migliore.