A Sabaudia, nello stabilimento della cooperativa agricola Centro Lazio, settimana scorsa si è svolta una tappa chiave per il futuro dell’agroalimentare europeo. Qui sono stati presentati i risultati finali del progetto Hartu - Handling with AI-enhanced Robotic Technologies for flexible manUfacturing, parte del programma Horizon Europe. Dopo tre anni di ricerca, il team internazionale ha testato in condizioni reali l’integrazione di robotica e IA nelle linee produttive, con l’obiettivo di rendere la manifattura più flessibile e collaborativa.
Il banco di prova scelto è stato emblematico: un braccio robotico con soft gripper, progettato per manipolare ortaggi delicati. Grazie all’intelligenza artificiale, il sistema regola automaticamente la pressione in base alla forma e alla consistenza del prodotto. Il risultato è un processo di selezione più preciso e rapido, con meno errori e standard qualitativi più elevati.
Tecnologie collaborative per l’agroalimentare del futuro
Durante l’evento, il vice presidente della Commissione Agricoltura e Ambiente della Regione Lazio, Vittorio Sambucci, ha sottolineato come progetti come Hartu rappresentino un modello virtuoso di innovazione. «La robotica e l’intelligenza artificiale applicate al settore agroalimentare – ha dichiarato – non sono solo un progresso tecnologico, ma una reale opportunità per migliorare la qualità del lavoro, la sostenibilità dei processi e la competitività delle nostre imprese».
Hartu, coordinato dal centro tecnologico spagnolo Tekniker, coinvolge 14 partner internazionali tra aziende, università e centri di ricerca. I cinque casi studio analizzati coprono diversi ambiti produttivi – dall’automotive al food – e dimostrano la versatilità delle tecnologie collaborative. L’Italia ha avuto un ruolo di primo piano grazie alla partecipazione di Deep Blue, Engineering Ingegneria Informatica, Tecnoalimenti, Politecnico di Bari e Omnigrasp, con il contributo essenziale della cooperativa Centro Lazio, che ha offerto un ambiente reale per i test.
Robotica e AI al servizio delle persone
Secondo Marco De Vito, Innovation Manager di Tecnoalimenti, «la collaborazione con Centro Lazio ha permesso di avvicinare l’agroalimentare alle tecnologie digitali più avanzate». Un percorso che porta l’Industria 5.0 al centro della scena: un modello produttivo dove persone e macchine intelligenti cooperano in modo sinergico.
Per Linda Napoletano, Director e Head of Manufacturing di Deep Blue, «l’esperienza condotta a Sabaudia ha dimostrato come la robotica e l’AI possano migliorare la qualità dei processi e ridurre gli errori, valorizzando al tempo stesso il lavoro umano».
Nasce la figura dello smart line operator
Nel progetto, Deep Blue ha delineato anche il profilo di una nuova figura: lo smart line operator, un operatore capace di supervisionare e gestire linee produttive automatizzate, grazie alla riduzione delle attività ripetitive affidate ai robot.
Lo studio condotto da Deep Blue ha inoltre analizzato i fattori umani ed etici legati all’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle fabbriche. L’obiettivo è creare un’AI davvero collaborativa, capace di affiancare gli operatori senza sostituirli, e di sostenere un’evoluzione del lavoro più sicura e qualificata.
