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Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): dalla produzione locale alla condivisione intelligente dell’energia

Nelle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) consumatori e produttori diventano parte attiva di un sistema energetico condiviso, accelerando la transizione verso le rinnovabili. Cosa sono, come funzionano e come si gestisce e condivide l'energia autoprodotta in una CER.

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Maria Luisa Doldi

  1. Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): cosa sono e come funzionano
  2. CER, una soluzione anche per le pmi
  3. Il cuore del modello CER: la condivisione dell’energia autoprodotta
  4. La gestione dell'energia in una CER: intervista a Eleonora Denna di Sonnen
  5. Il sistema di accumulo come abilitatore dell’indipendenza energetica
  6. Energia rinnovabile condivisa: il ruolo dell’accumulo nelle CER
  7. I limiti dell’autoproduzione senza accumulo
  8. Le comunità energetiche come laboratorio di innovazione nella gestione dell’energia
  9. Il valore sistemico delle CER per territori e imprese: il concetto di sistema energetico decentralizzato
  10. CER come leva di competitività e resilienza
  11. La gestione avanzata dell’energia nelle comunità energetiche
  12. Visione futura: dalla CER alla microgrid

La transizione verso una maggiore penetrazione di energie rinnovabili sta gradualmente portando a una decentralizzazione e una democratizzazione della produzione energetica.

Le imprese e i privati cittadini possono essere non più soltanto consumatori finali di energia, ma diventare soggetti attivi anche della sua produzione e della fornitura. Diventano cioè prosumer, termine che deriva dalla fusione dei due vocaboli inglesi producer e consumer e che ben descrive il nuovo ruolo permesso da una decentralizzazione della produzione.

Questa trasformazione radicale rispetto al sistema energetico tradizionale trova oggi la sua massima espressione nelle Comunità Energetiche Rinnovabili, o CER.

1. Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): cosa sono e come funzionano

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono soggetti giuridici autonomi che, su base volontaria, si uniscono per autoprodurre e condividere energia rinnovabile localmente.

Secondo la normativa vigente, possono fare parte di una CER persone fisiche, PMI, associazioni, enti, autorità locali, enti religiosi e amministrazioni locali. Si nota dunque il carattere locale e l’attenzione alla comunità insite nel concetto stesso di CER.

Di fatto, le CER nascono per generare benefici ambientali, economici e sociali per i membri di un territorio. Una CER può produrre energia tramite diverse tipologie di fonti rinnovabili. Di fatto la fonte più diffusamente usata – per costi e facilità di costruzione e gestione – è il fotovoltaico.

Chi partecipa a una CER può assumere il ruolo di prosumer, oppure contribuire semplicemente come consumatore attivo. In entrambi i casi, l’energia condivisa consente ai membri di accedere a benefici non solo ambientali ma anche economici.

Infatti, l’adesione a una Comunità Energetica Rinnovabile consente ai partecipanti di ridurre i costi in bolletta, ottenere una quota degli incentivi erogati dal GSE (Gestore Servizi Energetici), accedere a forme di autoconsumo virtuale e di beneficiare di bandi pubblici (come il PNRR).

Oggi il modello di scambio sul posto arriva a una fine. Fare parte di una CER diventa così una alternativa interessante per valorizzare l’energia autoprodotta.

2. CER, una soluzione anche per le pmi

Le pmi, che in genere hanno profonde radici laddove operano, possono aderire a una CER esistente o promuoverne la costituzione, diventando punto di riferimento energetico sul territorio. Questo consente non solo un ritorno economico diretto, ma anche un rafforzamento del legame con clienti, fornitori e realtà locali.

Per una piccola o media impresa partecipare a una CER significa trasformare la gestione dell’energia in una leva strategica. L’impresa può ridurre i costi energetici grazie all’autoconsumo locale e beneficiare dell’energia condivisa all’interno della comunità. In questo modo, ottimizza l’uso del proprio impianto, riduce la dipendenza dal mercato esterno e aumenta la prevedibilità delle spese energetiche.

Ma i vantaggi non sono solo economici. Le CER offrono anche benefici operativi, ambientali e reputazionali. Le imprese che ne fanno parte dimostrano attenzione alla sostenibilità, migliorano il proprio profilo nei confronti di clienti e stakeholder e accedono più facilmente a iniziative e supporti legati alla transizione energetica.

Partecipare a una CER significa quindi fare rete, innovare e rafforzare la propria posizione nel territorio, agendo in sinergia con altre realtà locali.

3. Il cuore del modello CER: la condivisione dell’energia autoprodotta

La condivisione dell’energia è il vero cuore innovativo delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Non si tratta solo di installare impianti fotovoltaici, ma di creare un ecosistema collaborativo in cui produzione e consumo siano coordinati tra più soggetti. In questo modo è possibile ottimizzare l’utilizzo delle risorse e incrementare l’autoconsumo collettivo.

Un esempio concreto è quello di una pmi manifatturiera che lavora cinque giorni su sette. L’energia prodotta dal suo impianto fotovoltaico nei giorni di inattività verrebbe normalmente immessa in rete con benefici economici limitati.

All’interno di una CER, invece, tale energia può essere condivisa con altri membri attivi nel fine settimana – come panifici, esercizi commerciali o abitazioni – massimizzando il valore della produzione e contribuendo a una gestione più equilibrata dei carichi.

Il modello CER premia infatti la condivisione: l’energia utilizzata all’interno della comunità ha un valore economico superiore rispetto a quella semplicemente ceduta alla rete.

4. La gestione dell'energia in una CER: intervista a Eleonora Denna di Sonnen

CER comunità energetiche rinnovabili
SonnenPro FlexStack

L’azienda Sonnen Italia è specializzata nella realizzazione di sistemi di accumulo e propone soluzioni specifiche per le Comunità Energetiche Rinnovabili. Ci confrontiamo con Eleonora Denna, Product Manager & Regulatory Affairs di Sonnen Italia, sul tema della Gestione dell'Energia.

L’offerta di sonnen per le CER è molto articolata. Come mai questo vostro interesse per le CER?

Sonnen vede nelle Comunità Energetiche Rinnovabili un’estensione naturale della propria missione. Fin dalla nascita, l’azienda ha promosso la connessione tra utenti dei propri sistemi di accumulo, creando la SonnenCommunity: una rete in cui i membri possono condividere l’energia prodotta, formando una sorta di Virtual Power Plant (VPP). Le CER rappresentano la versione “ufficiale” e regolamentata di questo concetto, con un forte matching valoriale: collaborazione, condivisione e uso intelligente dell’energia. Grazie alle CER, gli utenti possono non solo autoconsumare la propria energia rinnovabile, ma anche scambiarla con altri membri nei momenti di bisogno, massimizzando l’indipendenza energetica e l’efficienza della rete.

Cosa caratterizza la gestione dell’energia in una CER?

Nelle CER si privilegia l’autoconsumo istantaneo e la condivisione dell’energia in eccesso. Entrambe queste pratiche generano specifici vantaggi economici rispetto ai modelli tradizionali di autoproduzione e autoconsumo singolo. È possibile incentivare gli utenti ad attivare carichi quando c’è maggiore disponibilità di energia, informandoli in tempo reale. L’integrazione di sistemi di accumulo e gestione dell’energia introduce la possibilità di fare time shifting, consentendo di immettere energia in rete anche di notte o quando il fotovoltaico non produce, aumentando così la quantità di energia condivisa e il ritorno economico complessivo.

Che ruolo ha una Comunità Energetica Rinnovabile per il sistema economico locale?

Una CER permette ai membri di produrre e consumare energia rinnovabile a un prezzo più stabile e accessibile, grazie agli incentivi per l’energia condivisa. Questo contribuisce a ridurre il peso della bolletta e, in alcuni casi, a mitigare la povertà energetica. Inoltre, le CER generano un indotto per installatori, fornitori di tecnologia e professionisti locali, stimolando lo sviluppo economico e promuovendo progetti collettivi in contesti residenziali, industriali e persino religiosi. Sono anche laboratori di innovazione: sperimentano nuove tecnologie, integrano sistemi di accumulo e creano continuamente modelli di gestione condivisa dell’energia che possono diventare lo standard del futuro.

Come cambia la vita energetica di un’impresa o di un condominio quando passa a una CER con sistema di accumulo?

Significa poter usare l’energia autoprodotta quando serve davvero, evitando sprechi e picchi di costo. Un piccolo condominio a Roma, ad esempio, con fotovoltaico e batteria Sonnen ha ridotto del 23% i prelievi dalla rete e azzerato i picchi di costo serali. Il risultato? Bollette più leggere, incentivi distribuiti tra tutti i membri e la certezza di avere una riserva energetica condivisa sempre disponibile, come un “serbatoio comune” da cui attingere quando serve.

Quali requisiti deve avere un sistema di una CER per funzionare? In che modo i sistemi di Sonnen supportano le imprese prosumer nella gestione e nella condivisione intelligente dell’energia?

Un sistema CER necessita di dispositivi in grado di gestire e regolare i flussi energetici, interfacciandosi con sistemi di accumulo tramite protocolli di comunicazione compatibili. I sistemi di accumulo Sonnen, quali ad esempio il sistema SonnenPro FlexStack, offrono la possibilità di dialogare facilmente con sistemi esterni, come piattaforme di gestione energetica, per comandare l’erogazione di energia verso la rete. Questa capacità di integrazione e la facilità di comunicazione, unite a solide partnership con operatori e fornitori di servizi energetici, rappresentano un elemento distintivo nel mercato.

Perché l’accumulo è così centrale per una CER o un'impresa che voglia diventare indipendente energeticamente?

La sola produzione da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, non garantisce l’indipendenza energetica. Questo perché l’energia in eccesso prodotta di giorno viene immessa in rete e spesso non trova un numero sufficiente di consumatori attivi in quel momento, soprattutto in contesti con prevalenza di utenze residenziali, i cui consumi si concentrano tra le 18:00 e mezzanotte. Un sistema di accumulo consente di effettuare time shifting, immagazzinando l’energia prodotta quando c’è disponibilità e rilasciandola quando serve, aumentando così la flessibilità della CER e permettendo di includere membri con profili di consumo diversi senza dipendere da specifiche tipologie di utenti.

Oggi solo una piccola parte delle CER è dotata di sistemi di accumulo. Quali vantaggi porterebbe integrarli fin da subito?

La potenzialità dei sistemi di accumulo nelle CER non è ancora pienamente compresa. Finora i ricavi ottenibili senza accumulo non hanno spinto a investire in questa tecnologia, portando molti progettisti a preferire solo il fotovoltaico e rimandare l’accumulo a un secondo momento. Tuttavia, l’accumulo offre una flessibilità fondamentale e può generare molti più ricavi per la comunità. Con l’ampliamento della platea di beneficiari del contributo PNRR (da 5.000 a 50.000 abitanti) e la possibilità di ottenere fino al 40% di rimborso dell’investimento iniziale, ci sono oggi condizioni economiche più favorevoli per considerare l’accumulo fin dall’inizio di un progetto CER.

Cosa differenzia un sistema di accumulo flessibile come sonnenPro Flex Stack rispetto ad altre soluzioni?

I sistemi di accumulo proposti da Sonnen, in particolare il SonnenPro Flex Stack, si distinguono per la loro flessibilità, scalabilità e facilità di integrazione in impianti esistenti, risultando compatibili con diversi inverter e adatti ad ambienti indoor e outdoor. Sono predisposti per dialogare con sistemi di ricarica per veicoli elettrici e interfacce di controllo evolute, permettendo una gestione intelligente dell’intero ecosistema energetico. In una CER, l’accumulo assume un valore collettivo, migliorando la condivisione e l’equilibrio tra produzione e consumo, rafforzando così la resilienza e la competitività del territorio. In quest’ottica, Sonnen non offre solo un prodotto, ma una soluzione completa che consente a imprese e comunità di fare un passo concreto verso l’autonomia energetica.

Come può quindi Sonnen aiutare in concreto le CER a costruire una rete stabile di scambio energetico?

All’interno di una comunità energetica, la gestione avanzata dell’energia richiede strumenti in grado di coordinare produzione, accumulo e distribuzione in modo efficiente, garantendo flessibilità, scalabilità e integrazione con le infrastrutture esistenti. Con sistemi di accumulo come il sonnenPro FlexStack per il settore commerciale e industriale e soluzioni residenziali, come detto, Sonnen rende possibile il time shifting: l’energia prodotta in eccesso durante il giorno può essere immagazzinata e utilizzata anche di notte o nei momenti di maggiore richiesta. Funzioni come l’assorbimento dei picchi di domanda (peak shaving), l’ottimizzazione dei cicli di carica e scarica in base alle tariffe (time-of-use), la gestione simultanea di più utenti e la possibilità di interfacciarsi con sistemi di controllo esterni contribuiscono a ridurre squilibri tra domanda e offerta, stabilizzando i flussi energetici. Integrati in una strategia di monitoraggio in tempo reale e comunicazione tra dispositivi eterogenei, questi sistemi trasformano un insieme di impianti fotovoltaici isolati in una comunità energetica intelligente, dove ogni punto di produzione o consumo diventa parte attiva di una rete dinamica ed efficiente.

5. Il sistema di accumulo come abilitatore dell’indipendenza energetica

Negli ultimi anni, sempre più imprese e cittadini hanno scelto di investire nell’autoproduzione energetica attraverso impianti fotovoltaici o altre soluzioni rinnovabili. Tuttavia, è bene chiarire: produrre energia non significa automaticamente essere indipendenti. Senza un sistema che consenta di gestire e sfruttare al meglio l’energia prodotta, l’autoproduzione rischia di restare parziale e inefficiente.

Il vero salto di qualità avviene quando alla produzione si accosta un sistema di accumulo in grado di gestire i flussi energetici, ottimizzare l’autoconsumo e stabilizzare i costi.

In questo contesto, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano una risposta avanzata e collaborativa. Al loro interno, l’energia può essere condivisa tra più soggetti in base alle necessità del momento e all’energia disponibile. Con il supporto di sistemi di accumulo evoluti si riesce a sfruttarne appieno il potenziale. Per questo l’accumulo diventa un abilitatore dell’indipendenza energetica.

6. Energia rinnovabile condivisa: il ruolo dell’accumulo nelle CER

Nelle Comunità Energetiche Rinnovabili i gruppi di cittadini, imprese o enti locali che collaborano volontariamente per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili, possono utilizzare impianti propri oppure fare riferimento a impianti comuni, contribuendo secondo le proprie possibilità.

La logica è semplice: chi produce più energia di quanta ne consuma la mette a disposizione degli altri membri della comunità. L'elettricità può essere condivisa tra i diversi soggetti – produttori, consumatori e prosumer – localizzati dentro un medesimo perimetro afferente alla stessa cabina di trasformazione primaria.

Tuttavia, la produzione da fonte solare o eolica non è sempre allineata alla domanda. Per funzionare in modo efficiente, quindi, una CER ha bisogno anche di una gestione attenta dei flussi energetici ovvero di un insieme di dispositivi, apparecchiature e logiche di gestione e controllo, funzionale ad assorbire energia quando viene prodotta e non consumata e a rilasciarla quando viene richiesta. In altre parole, un sistema di accumulo.

7. I limiti dell’autoproduzione senza accumulo

Senza accumulo, una parte consistente dell’energia prodotta deve essere ceduta alla rete, spesso in condizioni economiche poco vantaggiose. Allo stesso tempo, nei momenti in cui l’impianto non produce (sera, notte, giornate nuvolose), è necessario acquistare energia dalla rete a prezzo pieno. Questo squilibrio rende l’autoproduzione un sistema solo parzialmente efficace dal punto di vista di una vera transizione e autonomia energetica.

L’accumulo consente invece di massimizzare l’autoconsumo, aumentare la prevedibilità dei costi energetici e migliorare l’efficienza complessiva del sistema. Questo è sempre vero, anche per impianti singoli, ma all’interno di una CER questo vantaggio si moltiplica perché l’energia immagazzinata può essere anche condivisa con altri membri e quindi essere poi autoconsumata.

Nel caso di fonti rinnovabili non programmabili, quali sono l’eolico e il fotovoltaico, il ruolo dell’accumulo diventa a maggior ragione centrale. Permette di conservare l’energia prodotta nei momenti di surplus e utilizzarla nei momenti di necessità, evitando sprechi e valorizzando ogni kWh generato.

Inoltre, i sistemi di accumulo avanzati consentono di ridurre la dipendenza dalla rete esterna, garantendo una maggiore stabilità e resilienza del sistema. Per le imprese, questo significa anche contenere i picchi di prelievo, evitare penali e ridurre l’esposizione alla volatilità dei prezzi energetici.

Con l’accumulo, l’energia prodotta può essere immagazzinata e utilizzata quando serve, ad esempio per coprire i consumi nelle prime ore del mattino o nelle ore serali. Questo consente di: massimizzare l’autoconsumo, stabilizzare i costi in bolletta, evitare sprechi e, in ultima analisi, contribuisce a stabilizzare tutta la rete elettrica.

I sistemi di accumulo più evoluti sono in grado di supportare anche strategie di ottimizzazione delle tariffe (time-of-use), caricando le batterie nei momenti di prezzo più basso. Nei contesti più dinamici, come i sistemi multi-utenza delle CER, l’accumulo permette anche di assorbire i picchi di consumo (peak shaving), evitare l’aumento della potenza impegnata e mantenere stabile il profilo di carico dell’utenza. Questo si traduce in una gestione più efficiente e prevedibile dell’energia.

8. Le comunità energetiche come laboratorio di innovazione nella gestione dell’energia

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano uno dei modelli più interessanti tra le forme di cooperazione emergenti che trattano l’energia come un bene comune e uno strumento di sviluppo locale. Rappresentano configurazioni locali composte da cittadini, PMI, enti o altre organizzazioni che collaborano per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili.

Alla base c’è l’idea di rendere il sistema energetico più efficiente, trattenere valore economico sul territorio e ridurre la dipendenza dalla rete tradizionale attraverso modelli partecipativi e decentralizzati.

Il tutto a conferma che la transizione energetica ormai non riguarda soltanto le tecnologie, ma anche il modo in cui comunità, imprese e istituzioni interagiscono tra loro e con le risorse disponibili.

CER comunità energetiche rinnovabili

9. Il valore sistemico delle CER per territori e imprese: il concetto di sistema energetico decentralizzato

Le CER incarnano in modo concreto il concetto di sistema energetico decentralizzato. Questo significa che la produzione e il consumo avvengono sul posto, privilegiando energia rinnovabile e a “chilometro zero”.

Non sono soltanto un mezzo per ridurre i costi. Quando ben strutturate, le CER diventano veri e propri laboratori di innovazione, capaci di generare collaborazione, sviluppo e sperimentazione di nuove soluzioni tecniche. All’interno di una Comunità Energetica Rinnovabile, l’energia è un bene condiviso e, al tempo stesso, un’occasione per creare legami più stretti tra cittadini, imprese e istituzioni locali.

Questo approccio partecipativo non solo favorisce l’inclusione, ma trattiene sul territorio risorse economiche che altrimenti uscirebbero dal circuito locale, stimolando nuove pratiche di gestione e condivisione energetica.

10. CER come leva di competitività e resilienza

In un mercato energetico instabile e in piena transizione, la capacità di produrre e scambiare energia in forma collaborativa rappresenta un vantaggio strategico.

Le imprese che partecipano a una CER possono:

  • contare su una maggiore stabilità dei costi;
  • ottenere una minore dipendenza dalla rete;
  • migliorare la propria reputazione ambientale.

Ma c’è di più. Una CER è un ambiente dove si sperimentano modelli di governance condivisa e soluzioni tecniche avanzate, migliorando la resilienza complessiva del sistema.

L’adozione di strumenti digitali per monitorare i consumi, pianificare i carichi e ottimizzare i flussi consente anche alle PMI meno strutturate di accedere a tecnologie che, in contesti tradizionali, sarebbero fuori portata. In questo modo, l’innovazione si diffonde in modo capillare, rafforzando l’efficienza e la competitività dell’intero ecosistema produttivo locale.

11. La gestione avanzata dell’energia nelle comunità energetiche

All’interno di una comunità energetica, la gestione avanzata dell’energia richiede strumenti in grado di coordinare produzione, accumulo e distribuzione in modo efficiente. Sistemi di questo tipo devono garantire flessibilità, scalabilità e integrazione con infrastrutture esistenti, così da poter operare in contesti multi-utenza, dove le esigenze di consumo possono variare notevolmente.

Funzioni come l’assorbimento dei picchi di domanda (peak shaving), l’ottimizzazione dei cicli di carica e scarica in base alle tariffe (time-of-use), la gestione simultanea di più utenti e la possibilità di interfacciarsi con sistemi di controllo esterni sono elementi chiave per il funzionamento stabile di una rete locale.

Questi strumenti, quando integrati in una strategia di monitoraggio in tempo reale e comunicazione tra dispositivi eterogenei, consentono di trasformare un insieme di impianti fotovoltaici isolati in una comunità energetica intelligente. In un sistema così coordinato, ogni punto di produzione o consumo diventa parte attiva di una rete capace di adattarsi dinamicamente alle condizioni di generazione, alle necessità degli utenti e alle variazioni del mercato, combinando efficienza tecnica e collaborazione tra i partecipanti.

12. Visione futura: dalla CER alla microgrid

Con l'evoluzione delle tecnologie e delle normative, è possibile immaginare uno sviluppo ulteriore delle CER verso modelli che integrano microgrid locali, capaci di operare anche in modalità semi-autonoma rispetto alla rete nazionale.

CER Microgrid
Natura Soggetto giuridico, modello organizzativo Sistema fisico, infrastruttura (rete elettrica locale)
Autonomia Opera sempre connessa alla rete principale Può disconnettersi dalla rete principale
Scopo Sociali e ambientali Resilienza e affidabilità
Partecipazione Aperta e volontaria Proprietà di un singolo soggetto

In questo scenario, il valore della CER non è solo economico o ambientale, ma strategico. Si configura come un'infrastruttura distribuita in grado di contribuire alla stabilità del sistema elettrico e alla sicurezza energetica del territorio. Le microgrid possono garantire continuità di servizio anche in caso di disservizi o blackout, fornendo un ulteriore livello di sicurezza e autonomia.

In un futuro prossimo, le CER potrebbero rappresentare i mattoni costitutivi di una rete elettrica nazionale più resiliente, decentrata e partecipata.

Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): dalla produzione locale alla condivisione intelligente dell’energia - Ultima modifica: 2025-09-10T14:58:55+02:00 da Maria Luisa Doldi