HomeScenariIndustria elettrotecnica ed elettronica: Anie, un 80° compleanno da 1.100 miliardi

Industria elettrotecnica ed elettronica: Anie, un 80° compleanno da 1.100 miliardi

Con le sue mille e più imprese, Anie ha guidato lo sviluppo tecnologico italiano degli ultimi 80 anni, raggiungendo importanti traguardi e puntando al futuro con la stessa dedizione che l’ha resa motore di crescita, innovazione e valore.

Ti potrebbero interessare ⇢

Marianna Capasso

Anie compie 80 anni, il prossimo agosto. Era il 1945 quando, in pieno dopoguerra, 18 aziende del settore elettrotecnico diedero vita a un progetto che, nel tempo, è cresciuto sempre più. Fino ad oggi, con le sue 1.100 aziende, importante quota rappresentativa dell’industria elettrotecnica ed elettronica nazionale.

Per festeggiare la ricorrenza e celebrare l’importante traguardo, istituzioni, stakeholder, imprese e giornalisti si sono riuniti a Roma, mercoledì 18 giugno 2025. Durante l’evento “Da 80 anni Anie conduce Oltre”, ospitato dall’Auditorium della Tecnica di Confindustria.

Con l’occasione, è stato presentato lo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”. Un documento realizzato da The European House – Ambrosetti (TEHA Group) e Anie, con il contributo del Research Department di Intesa Sanpaolo. Offre un interessante spaccato dello scenario attuale e futuro del comparto elettronico ed elettrotecnico, filiera strategica per la competitività e la sovranità tecnologica nazionale, sulla quale l’Italia può contare oramai da anni.

Le tecnologie elettrotecniche ed elettroniche nelle quattro filiere Anie

Energia, Building, Industria e Infrastrutture. Sono le quattro filiere strategiche, abilitate dalle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche di Anie. Un asset chiave per l’Italia e per l’Europa, con un valore aggiunto di oltre 1.100 miliardi di euro, pari al 56% del PIL nazionale. Le tecnologie Anie creano un’infrastruttura abilitante trasversale, in grado di modernizzare i settori chiave del Paese, anche in un contesto globalmente incerto.

Le imprese, che sono in grado di adattarsi e crescere, trainate dalla spinta verso la transizione, nel 2023 hanno fatto registrare un fatturato aggregato da record, superando i 100 miliardi di euro. E nel 2024 i settori coinvolti si sono mostrati altrettanto competitivi. Segnando una crescita della produzione industriale per la componente tecnologica del +2,2% – diversamente dalla media italiana del comparto manifatturiero, che si è contratta di 3,7 punti.

In questo ambito, le twin transition hanno favorito le imprese dell’elettrotecnica e dell’elettronica che dovranno continuare a “cogliere nuovi spunti di crescita grazie agli investimenti”, come ricorda Gregorio De Felice, Chief Economist e Responsabile del Research Department di Intesa Sanpaolo. Rafforzando ancor più l’innovazione, la sostenibilità e la presenza sui mercati globali. Esattamente come hanno fatto negli anni passati.

I tre fattori abilitanti per la competitività: 1. i talenti

In occasione dell’evento è stato presentato lo studio redatto da TEHA. Il documento ruota attorno al ruolo strategico dell’elettrotecnica e dell’elettronica. All’interno dello stesso sono stati individuati tre fattori abilitanti per la competitività delle imprese. Tre leve in grado di garantire la sovranità industriale e tecnologica del Paese: il capitale umano, l’innovazione e la resilienza della supply chain.

La carenza di competenze tecniche e specializzate resta, ancora, uno dei principali ostacoli all’attuazione delle transizioni sostenibile e digitale. Il famoso mismatch tra domanda ed offerta interessa un’impresa su due, tra quelle Anie. È sempre più difficile reperire competenze adeguate, mentre l’Italia conta un numero di laureati STEM inferiore alla media europea. Se aggiungiamo, poi, il declino demografico, la situazione appare pericolosamente complessa.

2. La ricerca

Il secondo fattore abilitante per la competitività è individuato nell’innovazione e nella R&S. Fondamentali per consolidare la leadership europea in aree chiave come l’elettronica avanzata, l’efficienza energetica, la mobilità elettrica e le reti intelligenti. Anie, tra gli attori del comparto manifatturiero, si distingue per il suo 4% di fatturato destinato agli investimenti in ricerca e sviluppo. Diversamente dal valore italiano, pari all’1,3% del PIL. Al di sotto della media UE e di quella dei principali competitor internazionali.

3. La supply chain

Guardiamo, poi, alla supply chain, che subisce lo scotto di una crisi energetica e di crescenti tensioni geopolitiche, mai come in questo periodo. È chiaro, quindi, che la fragilità delle catene globali del valore diventa una problematica rilevante, che va affrontata per poter abilitare la competitività del settore. Soprattutto se pensiamo alle materie prime non energetiche, indispensabili per la produzione specifica.

Le tre leve strategiche per la competitività

Per la competitività, però, occorre anche molto altro. Tra cui una semplificazione normativa, il miglioramento dell’accesso al credito (soprattutto per le pmi) e uno stimolo per la domanda interna. Questi requisiti potrebbero essere determinanti per il successo delle politiche settoriali. E, se associati alle tre leve strategiche, potrebbero garantire un futuro roseo all’industria elettrotecnica ed elettronica.

Nel suo studio, TEHA ha infatti individuato una possibile soluzione, in grado di favorire uno sviluppo ancor più positivo. In primis occorre rafforzare le competenze tecniche e digitali. Coinvolgendo le istituzioni educative, le imprese e gli enti formativi. Bisognerà promuovere una formazione continua mirata, far crescere gli ITS e prevedere percorsi di upskilling e reskilling per il personale delle PMI.

Attenzione, poi, a non trascurare la R&S: è necessario potenziarla. Anche attraverso un accesso più semplice ai finanziamenti. E con incentivi diretti che favoriscano la collaborazione tra industria e accademia. Serve infine una supply chain “più robusta, localizzata e diversificata”. Che potrà trarre vantaggio da una politica industriale ad hoc. Mirata, ad esempio, alla promozione del riciclo delle materie prime. Ma anche al re-shoring, al near-shoring e alle collaborazioni strategiche.

Gli investimenti nelle tecnologie emergenti: un’occasione da non perdere

Maria Chiara Carrozza

Dello stesso parere è anche Maria Chiara Carrozza, già presidente CNR e Ministro dell’Istruzione, nel 2013. Il momento attuale somiglia tanto a un treno scientifico-tecnologico che non può essere perso. E bisogna montare su, senza lasciarsi scappare la possibilità di investire nelle tecnologie emergenti, che sono la soluzione a qualsiasi rallentamento dell’economia.

Se è vero che l’accelerazione scientifica non consente di avere un quadro uniforme sullo scenario di domani, questo non giustifica un atteggiamento di attesa. Bisogna investire, innovare e cavalcare l’attuale rivoluzione

Il quantum computing, l’AI e la robotica – assieme a tutte le altre tecnologie nell’elenco stilato dal Joint Research Center della Commissione Europea – sono il futuro.

Ma, allo stesso tempo, è necessario lavorare su tre elementi decisivi per l’innovazione e il progresso. I talenti (con reskilling, upskilling e competenze), le infrastrutture e la diffusione dei dati. Anche per rafforzare quel legame tra impresa e Università, un tempo forte ma oggi indebolito. Bisogna quindi puntare sulle istituzioni di formazione. Perché senza talenti non si progredisce. E questi mancano, anche per ragioni demografiche.

La democrazia di dati e sperimentazione

Secondo la dottoressa Carrozza, il secondo elemento per l’innovazione è l’infrastruttura tecnologica, senza la quale non è possibile guidare gli investimenti sui materiali avanzati. Gli impianti di sperimentazione devono essere alla portata anche delle piccole e medie imprese. Così come i dati, il terzo elemento funzionale all’innovazione. Questi non possono essere maneggiati esclusivamente dalla “burocrazia”, ma devono essere al servizio di tutti.

È essenziale “un’organizzazione sistematica”, altrimenti diventa impossibile e, soprattutto, controproducente. La frammentazione della proprietà dei dati e l’accesso agli stessi rappresenta una regressione. Chi ne sarà in possesso potrà avere un elemento strategico di business molto importante. Chi no, non progredirà.

La tecnologia, con il quantum in primis, potrebbe essere un elemento vincente della prossima rivoluzione industriale sostenibile. Ma potrebbe anche rappresentare un elemento di grossa disuguaglianza, qualora non si investa. E, soprattutto, non si favorisca un accesso universale a tale strumento, da parte delle piccole e medie imprese. Un concetto squisitamente democratico.

Il futuro, tra innovazione e capitale umano

Quale scenario è allora possibile delineare, per i prossimi anni? Partiamo dalle certezze, per poi arrivare alle previsioni. Su un punto non ci sono dubbi. I risultati raggiunti dalle imprese appartenenti ad Anie sono positivi. Su questo, nulla quaestio. Il totale export di tutti i comparti che appartengono all’Associazione vale il 7,1% del totale del manifatturiero.

E i settori che tirano di più sono proprio quelli legati alla doppia transizione. Dal 2019 al 2024, mentre il manifatturiero, quindi il totale dell’industria, segnava un +28%, l’elettrotecnica mostrava un +38% e l’elettronica un + 43,7%. Ma cosa riserva il futuro alle imprese del comparto?

Non è possibile saperlo oggi. Ma è possibile agire affinché i risultati continuino ad essere positivi. E la direzione da seguire è chiara. Bisogna promuovere un ecosistema favorevole all’innovazione valorizzando, allo stesso tempo, il capitale umano. Serve, inoltre, rafforzare la capacità produttiva nazionale e costruire una filiera tecnologica autonoma, resiliente e sostenibile. Per tutto questo, Anie Confindustria è pronta. Fungendo da trait d’union tra il mondo industriale e le istituzioni.

Come conferma la presenza dei Ministri Urso e Picchetto Fratin, accorsi a festeggiare gli 80 anni di storia. Un compleanno che deve rendere orgogliosi non solo i diretti interessati ma un po’ tutti. Perché sono queste le expertise che fanno dell’Italia un hub strategico di competenze avanzate, innovazione tecnologica e capacità produttiva di alto livello. E allora, Happy Bright-day Anie: continua ad illuminare il futuro con la tua innovazione!

Industria elettrotecnica ed elettronica: Anie, un 80° compleanno da 1.100 miliardi - Ultima modifica: 2025-06-23T14:25:26+02:00 da Marianna Capasso