I robot, nel sentire comune, sono creature strane, fonte preoccupazioni anche esagerate: potrebbero sottrarci il lavoro, come alcuni pensano, e con una più potente intelligenza artificiale potrebbero renderci tutti schiavi.

Il rapporto tra uomo e robot è molto complesso e c’è chi ha pensato di studiarlo fin dagli anni ’70, quando il ricercatore giapponese Masahiro Mori affermò che se un robot ci assomiglia molto siamo inclini a considerare la sua presenza come si si trattasse di una persona vera, ma quando la macchina rivela la sua natura di robot si ha un brusco cambio delle reazioni emotive, con repulsione e inquietudine, e il robot viene percepito alla stregua di uno zombie.

Ma non è sempre così. Al museo parigino di antropologia Quai Branly, è stato collocato un robot umanoide, denominato Berenson, abbigliato come un essere umano e che si sposta per le diverse sale, per studiare le reazioni delle persone alla sua presenza.

L’esperimento rivela che il vedere un robot tra i visitatori del museo suscita comportamenti paradossali, sottolineando la profonda ambiguità del rapporto di relazione che si può avere con un robot, in particolare le problematiche di comunicazione che pone agli umani.

Se si è diffidenti di fronte a queste macchine è soprattutto perchè non ci è chiaro quali siano le loro intenzioni, cosa effettivamente sono e come stabilire una base per una comprensione minima, essenziale a una forma qualsiasi di interazione. Per esempio, è comune vedere dei visitatori del museo che assumono un comportamento sociale con Berenson, parlando con la macchina o mettendosi di fronte per scoprire come possa percepire l’ambiente circostante.

In ogni caso, nella maggioranza dei casi i visitatori non “scappano” ma cercano di stabilire un contatto, evidenziando che c’è qualcosa di fondamentale nel considerare il robot, anche temporaneamente, come persona. Questi comportamenti sociali non si osservano solo quando gli umani interagiscono con macchine che ci assomigliano, ma sembra che si sia inclini a fare una proiezione antropomorfica tutte le volte che umani e robot si incontrano.

Perché è difficile fidarsi dei robot - Ultima modifica: 2017-05-09T21:57:54+02:00 da La Redazione