Uno studio realizzato dall’Istituto dei materiali per l’elettronica e il magnetismo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Imem-CNR) ha permesso di osservare la presenza di un moto veloce, il che confermerebbe che i vetri non sono sistemi totalmente congelati, quindi immobili. È stato analizzato un comune vetro silicato con una tecnica spettroscopica sofisticata (spettroscopia di foto-correlazione di raggi X), che ha consentito di osservare il movimento collettivo degli atomi su scale di lunghezza molto piccole, anche inferiori al nanometro (un miliardesimo di millimetro), fino alla distanza interatomica. Anche a temperature alle quali si ritiene che il vetro sia completamente immobile, dato che il moto degli atomi o rilassamento strutturale diviene tanto lento da risultare sostanzialmente infinito rispetto al tempo di osservazione, si registra invece un moto veloce che però coinvolge solo piccoli gruppi di atomi. Il rilassamento strutturale osservato con una risoluzione spaziale prossima alla scala atomica è inaspettatamente molto più veloce di quello su scala macroscopica, con tempi da qualche decina di secondi a qualche decina di minuti. Da tener presente che per rilassamento strutturale si intende il processo che porta un sistema ad adattare la propria forma a una sollecitazione esterna: il sistema cerca configurazioni più stabili, cioè con energia più bassa, tipicamente quelle più compatte. Questa evoluzione nel tempo è normalmente accompagnata da un processo di invecchiamento, legato al fatto che si sta osservando il sistema per un tempo più corto rispetto a quello richiesto al sistema stesso per cambiare forma. Queste osservazioni su scale spaziali molto piccole risultano sorprendenti perché, oltre a osservare un tempo di rilassamento insolitamente corto, non è stata rilevata nessuna evidenza di invecchiamento, nemmeno a temperature prossime a quelle a cui avviene la transizione vetrosa.
Il vetro si muove
