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“…e sono vent’anni…”: Alberto Acquati celebra i 20 anni di burster Italia

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La Redazione

Alberto Acquati, celebra con una lettera i primi 20 anni di burster Italia.

La sensazione che provo nel guardarmi indietro è quella di un tempo trascorso velocemente, come fosse stato ieri, e invece sono passati 20 anni. Nel Novembre del 1993 stavamo uscendo dall’ennesima recessione economica e decidevo di percorrere questa nuova avventura aprendo burster italia. Era stata una decisione più forzata dagli eventi che desiderata ma alla fine si è dimostrata una decisione vincente. Devo un grazie particolare a Matthias Burster, che ha avuto fiducia in me, e a tutti i miei collaboratori in primis mia nipote Elisa Azzola. A quel tempo gli strumenti e i sensori burster erano poco conosciuti in Italia ma grazie all’ottima qualità dei prodotti e alla mia fame di successo, dal fatturato del primo anno di soli 100 milioni di lire abbiamo raggiunto  in breve buoni risultati e se non avessimo perso una importante rappresentanza (di Staiger avevamo il miglior fatturato al mondo), oggi potremmo festeggiare un turnover di più di 6 milioni di fatturato.  Ma questa è la vita e devo dire che è proprio vero che “non tutti i mali vengono per nuocere”. Infatti non ho avuto difficoltà a sostituire i torsiometri e le presse elettriche di Staiger con le prestigiose Coretec (Japan) e Honeywell (USA). Questa sfida ci ha regalato già molte soddisfazioni, tanto che pensiamo di raggiungere e battere in fatturato la concorrenza entro il 2015. In questi anni si sono succeduti molteplici avvenimenti di cui alcuni politici ed economici molto negativi. Tra questi, i più significativi sono stati l’attentato dell’11 settembre e la recente crisi finanziaria che tuttora perdura e ci preoccupa. Tutto questo ci ha costretto ad aumentare i nostri sforzi  per fronteggiare le crisi e, per fortuna e virtus, siamo tuttora tra le aziende leader nel settore . L’altro fenomeno significativo per la nostra economia è stata la globalizzazione che ha costretto molte aziende ad affrontare la concorrenza dei paesi emergenti che hanno un costo del lavoro molto contenuto. Si sono salvate le aziende che hanno dato un valore aggiunto ai loro prodotti sia per contenuti che per migliore qualità. Molte di queste aziende hanno inoltre adottato una politica di ricerca e sviluppo a lungo termine e hanno ridotto il costo del lavoro aumentando l’efficienza  anche grazie alla meritocrazia. Cosa dire del nostro settore e più in generale dell’Italia e degli Italiani incontrati ? Se parliamo di ricerca nel settore pubblico in Università e CNR, abbiamo incontrato una grande percentuale di persone scontente e quindi con poche motivazioni  e, nel settore privato, a parte grandi aziende, la ricerca è ancora considerata un costo e non un beneficio a lungo termine. Quindi è importante agire sulla leva della meritocrazia soprattutto nel pubblico e correggere l’ errato approccio dei privati per la ricerca e il controllo di qualità. Questa considerazione penso si possa estendere a tutti i settori lavorativi . Se diamo per scontato la genialità italiana,  la qualità di un prodotto o di un servizio è oggi più che mai la parola magica per avere successo. Per raggiungere una buona qualità servono passione e strumenti adeguati. Non essere tirchi nell’ investire in ricerca e sviluppo è una priorità e se noi Italiani siamo geniali a progettare una macchina  oppure  un piatto di cibo speciale ,  qualche volta non facciamo un buon controllo di qualità o non utilizziamo la migliore  materia prima . La passione nel lavoro  e quindi ricevere soddisfazione nel fare il proprio lavoro è anch’essa direttamente proporzionale al successo di un’impresa e la leva fondamentale per praticarla è “ meritocrazia”. Quanti errori si sono fatti e purtroppo si continuano a fare. Potremmo essere la nazione più bella e ricca del mondo   ma per miopia o meschini interessi momentanei e personali non lo abbiamo ancora capito. Politicamente ci stiamo finalmente avvicinando alle democrazie anglosassoni ma la strada è ancora lunga sia, per avere una classe  politica e di imprenditori geniali, affidabili e onesti, che un sindacato che faccia veramente l’interesse dei lavoratori. Dal 2012 è entrato a far parte della famiglia di burster Italia mio figlio, ing. Federico, che con la sua esperienza lavorativa accumulata in Italia e negli Stati Uniti, è già una colonna portante della nostra impresa. Dare il massimo supporto prima della vendita cercando la migliore soluzione tecnica e se necessario un adeguato training dopo vendita, rimane il nostro motto.

A tutti i nostri migliori auspici per i prossimi vent’anni.

Alberto Acquati

Managing Director

“…e sono vent’anni…”: Alberto Acquati celebra i 20 anni di burster Italia - Ultima modifica: 2013-05-07T14:38:47+02:00 da La Redazione